sabato 27 dicembre 2008

Rifiuti: un commento postato altrove e un link sulla raccolta differenziata

Posto anche qui, con qualche modifica, un commento già pubblicato sul blog di Saro Cerra che potete trovare insieme al dibattito qui.
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Intanto posso testimoniare che in Via Galliano il ritiro della differenziata è abbastanza regolare. In altre strade di Riposto invece ho notato che è come dice Mari e cioè che si vedono per strada dei sacchetti di differenziata non ritirata. Francamente che la Via Cialdini sia troppo stretta mi pare una giustificazione un po’ pretestuosa perchè, altrimenti, i mezzi dei netturbini non potrebbero passare nemmeno per l’indifferenziata. Magari il Comune dovrebbe pretendere un po’ di impegno in più da parte dell’Ato e dell’Aimeri ambiente, che, se del caso, dovrebbe dotarsi di mezzi più piccoli e idonei al passaggio nelle strade strette.
Per quanto riguarda i termovalorizzatori la mia idea è che, a questo punto, che vogliamo o no, dovranno essere fatti. Però a tutti quelli che sono favorevoli ad essi e che se la prendono con gli ecologisti rei di dire no sempre e comunque, voglio dire alcune cose. Intanto mi sembra una scemenza (non si offenda nessuno) dire che respirare l’aria vicino a un termovalorizzatore sia quasi equivalente a respirare una boccata d’aria di montagna. Se è questo il messaggio che il potere, a diversi livelli, vuole far assimilare e inculcare fino a farlo credere alla gente, io dico: no, io non ci credo, qua nessuno è fesso. A me sembra fin troppo ovvio che ci sono pericoli per la salute. Però se mi dicono che le stesse discariche provocano inquinamento e pericoli per l’ambiente e per l’uomo, dico anche: si, sulla base di una corretta e LEALE informazione possiamo anche ragionarci su. E possiamo valutare anche altre alternative per lo smaltimento dei rifiuti, come i gassificatori o pirolizzatori. Si può leggere anche questo file pdf sulla gestione dei rifiuti a freddo.
Per quanto riguarda la tanto decantata produzione di energia, sembra che, se si usa un termovalorizzatore al solo scopo di produrre energia elettrica il rendimento è molto basso rispetto a una normale centrale elettrica (vedi questo link). Però non posso nemmeno concordare con quanto affermato da Alfio (vedi il dibattito linkato sopra) e cioè che l’inceneritore consuma più energia di quella che produce.
Per finire vorrei dire altre tre cose: la prima è che, secondo me, non esistono tecnologie non pericolose per l’uomo in materia di trattamento dei rifiuti (secondo me c’è il “trucco” in tutte le cose che ho citato), quindi la cosa più saggia è quella di orientare i consumi in modo da produrre meno rifiuti possibili (faccio un esempio di quello che voglio dire: i detersivi alla spina. La seconda è che è uno spreco distruggere per sempre in un forno dei materiali che potrebbero essere riutilizzati, magari risparmiando qualche albero, evitando di dover acquistare all’estero alluminio o altri metalli e così via (non dobbiamo ovviamente pensare solo all’immediato costo economico ma anche alle generazioni future). La terza è che una politica degna di questo nome non opera in una direzione soltanto. Questo tavolino ha tre gambe: riduzione dei rifiuti, differenziazione e riciclaggio, smaltimento. Lo devono capire i nostri politici ma lo dobbiamo capire anche noi, quando ci annoiamo a fare la differenziata o ci rassegniamo a livello individuale o collettivo ai disservizi.
Per finire posto un link molto istruttivo (i vari materiali vi sono indicati in ordine alfabetico) sul destino da dare ai vari rifiuti che produciamo in casa.
Un caro saluto a tutti
Isidoro

giovedì 25 dicembre 2008

Auguri

Mi chiedo se sarei potuto nascere altrove. Penso di no. Avevo bisogno di questi gardini di limoni e di questo cielo. Avevo anche bisogno di vedere di tanto in tanto quelle sottili lingue rosse che scendono dalle bocche della nostra montagna. Tu sei una presenza impossibile: dovrei estrometterti ed espellerti ed avere una relazione normale come quelle che si vedono nei telefilm americani; amare una montagna che sputa fuoco, tenere la sua immagine su questa specie di gigantesco comodino che è la mia terra, non ha senso. Tanto lo so che sei di altri, che passano il loro tempo a picchiarti, sfruttarti e tenerti sottomessa e il fatto di ricordarmelo ogni mattino non mi fa bene. Adesso sto notando di me che sono cresciuto tra le incompiute. Forse per questo mi sono abituato a questa forma mentis. Non mi piace per niente completare le cose. Restano queste strutture, costate molti soldi, lavoro e fatica e io che non riesco a finire mai niente. Ora sono qua davanti al mio computer e ti penso, penso a quella tua strada dritta che hanno chiamato Corso Italia, ti penso come a due occhi sbilenchi, uno più grande e uno cchiu nicareddu, vicino al mare. Da lontano non si vede la sporcizia delle tue strade e il grigiore dei tuoi abitanti. Ma sono convinto che basterebbe sverniciare il grigio ed il nero e subito uscirebbero fuori i colori, che sono di sotto e tutto sembrerebbe subito più luminoso e pulito.
Sei di altri? Si lo so che sei di altri, gelosi, presuntuosi e arroganti nei confronti di chi non è come loro, sempre pronti a sbeffeggiare chi ti ama, segandogli il cuore e la reputazione, provocando la tua indifferenza. Ma rimango lo stesso legato a questo traffico di macchine, a questo pastificio in mezzo al paese, ai massi del lungomare di Riposto, al pigno e alla cerza del panorama della mia infanzia. Lo vuoi capire o no che ti amo? Dovrei anche dirtelo? Si magari un giorno troverò il coraggio e te lo dirò. Intanto ti auguro buon Natale, Stratuni di petra nivura, a tia e a tutti i tuoi cari.

Ho voluto postare questa cosa che ho scritto l'altra sera, anche se forse è un po' azzardata per questo blog. Non sarà bella ma l'ho scritta col cuore, come col cuore faccio gli auguri a tutti i lettori di questo blog!
Isidoro

mercoledì 17 dicembre 2008

Informazione locale

Vorrei fare qui qualche riflessione sull’informazione locale, quella che attingiamo dai giornali.

Di solito, per sapere cosa accade nella zona, o per approfondire e capire meglio certi fatti, noi comuni cittadini abbiamo a disposizione il giornale locale. A Giarre, Riposto e dintorni quello più diffuso è “La Sicilia”, dove, alla pagina della zona jonica di Catania-provincia, possiamo avere un’aggiornata panoramica di eventi e fatti di cronaca che riguardano i comuni della fascia jonica catanese.

Ecco, senza nulla togliere alla incontestabile capacità espositiva dei nostri corrispondenti locali, vorrei sottolineare una sorta di “abitudine”, o di “comodità”, non so come meglio definirla, che è quella di fare largo uso del “copia-incolla” nello scrivere gli articoli. Ora io non ho nulla in contrario a questa tecnica, che con”word” è molto facile da usare, e penso che infatti tutti la utilizziamo. Ma, nel caso di articoli di giornale, se il giornalista, senza mettere sull’avviso il lettore, copia da un comunicato stampa ufficiale di un ente - curato da un'altra persona, l'addetto stampa, peraltro anch'egli giornalista dello stesso giornale - di fatto, io credo, non sta facendo informazione, libera informazione, ma sta fornendo la versione della parte in causa, che è cosa ben diversa. E poco importa se qualche parola, di qua e di là viene cambiata, possibilmente ad inizio di frase, perchè questo non cambia di una virgola la sostanza dello scritto, come infatti non cambia in nulla il senso del discorso se ci metto "incontro" al posto di "colloquio" o "Comune" al posto di "comunità" , ed altro. Quello che salta subito agli occhi di un lettore attento, non così tanto, ma solo quel poco che basta a seguire il filo del discorso, è che quest'ultimo, il "discorso" , è sostanzialmente identico sia che si legga il giornale, sia che si leggano i comunicati stampa di Comuni ed enti, ben visibili sui relativi siti web. Ora, se la notizia si limita a descrivere, che so io, l'inaugurazione di un locale, o un'azione svolta da un unico soggetto, come ad esempio "l'assessore tizio del comune X", il "copia-incolla" incide meno sul livello e sul tipo di informazione, di quanto invece non faccia l'articolo che riporta una serie di azioni poste in essere da tanti soggetti prendendo il contenuto dal comunicato stampa ufficiale di uno solo dei soggetti in questione. Un esempio per tutti, tanto per capirci: l’articolo che uscì il 1° novembre 2008 su "La Sicilia" sull’annullamento della manifestazione di sindaci e cittadini a favore dell’ospedale, di Giarre altro non era, in buona sostanza, che il comunicato stampa del comune di Giarre. Si trattava dunque di una "visione delle cose" di parte, una sola tra le tante, delle parti in causa. Ed erano così varie e diverse, in quel caso specifico, le parti e le relative "prospettive", che quella notizia "pacifica" (se letta così com'era sul giornale e nel comunicato stampa) "pacifica" poi non era affatto, considerata la serie di repliche e controrepliche che tutti ci ricordiamo, succedutesi sia sul quotidiano che nei comunicati stampa dei due comuni di Giarre e di Riposto.

Ecco, questa è la situazione dell'informazione locale dalle nostre parti. Questo è il modo in cui il quotidiano più diffuso, che si avvale di giornalisti tanto amici tra di loro da "passarsi" volentieri le copie, fa informazione: seguire (giornale e comunicati stampa ) per verificare. E come fa il cittadino-lettore a capire quello che succede nella sua comunità, se spesso non può far altro che accontentarsi dell’informazione locale, che è quella che è? Deve forse pensare che l'unico rimedio per sapere di più di quanto le parti in gioco vogliono farci sapere è esserci sempre "di pirsona pirsonalmente" , come direbbe il buon Catarella del Commissario Montalbano?

Fine della riflessione. A margine ci tengo però a precisare due cose.

Una. Quanto ho scritto sopra l'ho riferito a "La Sicilia" ed ai suoi giornalisti non per voler escludere gli altri periodici locali, pensando che siano immuni da certe "abitudini" (non lo penso affatto, faccio le mie generalizzazioni..) ma solo perchè è il giornale più diffuso nella nostra zona e perchè, dunque, io come tutti quelli che leggiamo possiamo fare più facilmente riscontri.

Due. Io sono fermamente convinta che una informazione libera e indipendente, più incline alla ricerca dei fatti ( anche se scomodi) piuttosto che a ben "confezionare" esposizioni che mantengono il "quieto vivere", sia alla base della formazione di una coscienza civica reale, profonda, in grado di apportare quei cambiamenti che tutti auspichiamo quando ci sentiamo soffocati dall'inerzia e dall'immobilismo che caratterizzano la nostra comunità.

Stavolta è davvero tutto. Saluti,

Nancy

sabato 13 dicembre 2008

Votare non basta: la proposta di un ufficio o di una consulta per i suggerimenti dei cittadini

Riprendo il discorso che avevo lasciato un po' in sospeso in questo precedente post: il Kaizen delle città.
Premetto che mi sembra che negli ultimi anni la società civile abbia trovato il capro espiatorio, buono per tutti i mali del paese, nella c.d. casta dei politici (e degli amministratori) e che i politici, da parte loro, hanno la grave responsabilità di non aver fatto nulla per meritarsi una migliore considerazione. Tuttavia i politici, specie quelli delle nostre parti, possono ribattere che non è colpa loro se si trovano di fronte a un popolo di questuanti che spesso sembra aver voglia addirituttura di pagare, pur di camminare con la schiena curva; una massa informe di cittadini che si disinteressano sempre e comunque dell'aspetto pubblico della vita, se non quando si tratta di criticare o di andare a chiedere il favore al signorotto di turno.
Per ricollegarmi al post che ho citato in precedenza, ho pensato che invece di stare sempre a commiserarci possiamo cercare di fare qualcosa di più, perché votare non basta, non può bastare a sentirsi cittadini. Per questo vorrei proporre ai nostri amministratori l'istituzione di un ufficio o di una consulta per i suggerimenti dei cittadini che possa ricevere, valutare, sperimentare, verificare il funzionamento e mettere in pratica le idee provenienti dagli amministrati.
So di correre un grave pericolo: e cioè che, ove questa proposta andasse accolta, qualcuno potrebbe trovare il pretesto per l'istituzione di strutture vuote adatte solo alla attribuzione di nuovi incarichi inutili e buoni solo per aggrovigliare ancora di più la già intricata matassa dei sottoboschi di potere. Il problema è che le forme, oltre ad essere animate da persone di buona volontà, devono essere improntate ad un metodo, quanto più possibile oggettivo.
A me il metodo del PDCA sembra abbastanza buono per dare concretezza alla proposta che ho fatto: ripeto per facilità di lettura la citazione che avevo fatto nel post precedente:" L'idea fondamentale che sta dietro al Kaizen è strettamente collegata al ciclo di Deming (o ciclo PDCA): * una persona ha un'idea per migliorare qualcosa (Plan) * vengono fatte delle prove e delle simulazioni per verificare la validità dell'idea (Do) * i risultati raggiunti vengono valutati per stabilire se l'idea ha centrato l'obiettivo che si era posta (Check) * se è così, si cambiano le procedure standard, adottando il nuovo metodo (Act)
Troppo spesso le idee vengono scartate o portate avanti in base alla provenienza. Secondo me occorre prima incentivare la produzione di idee e poi giungere a una valutazione obiettiva di esse al fine di metterle in pratica per il miglioramento dell'esistente.
Il cervello è la risorsa più importante dell'uomo e nessuno può dire di averne abbastanza da solo: ognuno dice la sua ogni giorno e poi le idee e le proposte via via si modificano fino a diventare buone.
Per favore iniziamola quest'avventura sognando di costruire un posto migliore.
Saluti a tutti
Isidoro

mercoledì 10 dicembre 2008

Il Kaizen delle città

Devo ammettere che, dinanzi al quadro a volte desolante costituito dalla realtà dei nostri comuni, a volte ci si lascia andare allo scoraggiamento. Quale rivoluzione, quale cambiamento totale, quale fatica ciclopica occorrerebbe per cambiare il nostro mondo in generale e i nostri paesi in particolare? Ovviamente di fronte a questa evidente distanza che ci separa da Utopia, spesso ci si sente scoraggiati e affranti. La gente allora forse si rinchiude nel suo piccolo quotidiano egoismo, nel menefreghismo e nel disinteresse.
Secondo me però esiste un'altra strada, certo molto difficile da percorrere, ma possibile. Penso di non essere troppo condizionato dai miei pregiudizi, sono curioso e penso anche che le buone idee hanno la capacità di essere pervasive, quindi suscettibili di essere estese da un campo all'altro e da un luogo fisico ad un altro, con gli opportuni adattamenti. Inoltre le buone idee probabilmente hanno anche la capacità di generare nuove buone idee. Ed è proprio un circolo virtuoso ciò di cui abbiamo bisogno.
Fatta questa breve premessa vorrei parlarvi del metodo Toyota e del kaizen (la via del miglioramento).
Cito l'articolo che si trova a questo link: "L'aspetto più importante del Kaizen è proprio il processo di miglioramento continuo che c'è alla base. Si tratta di un metodo soft e graduale che si oppone alle abitudini occidentali di eliminare ogni cosa che sembra non funzionare bene per rifarla da capo. In Giappone, tra l'altro, dove ha avuto origine il concetto di Kaizen, questo strumento si applica a tutti gli aspetti della vita, non solo al posto di lavoro. Kaizen è la parola che fu originariamente utilizzata per descrivere l'elemento chiave del Sistema di Produzione Toyota col significato di "fare le cose nel modo in cui andrebbero fatte". Significa creare un'atmosfera di miglioramento continuo cambiando il proprio punto di vista e il modo di pensare per fare qualcosa di meglio rispetto a quello che già si fa."
Mi pare significativo (cito sempre l'articolo di cui sopra) che "La base del miglioramento è quella di incoraggiare le persone ad apportare ogni giorno piccoli cambiamenti nella loro area di lavoro." E ancora: "I miglioramenti, di solito, non sono accompagnati dall'utilizzo di tecniche sofisticate o costose o dall'impiego di materiali particolari. Invece di investire più soldi nell'acquisto di nuovi macchinari o attrezzature, infatti, il Kaizen porta l'organizzazione a fare più attenzione a dettagli importanti che, spesso, vengono trascurati. I manager, dunque, vengono incoraggiati a migliorare l'efficienza delle infrastruture già esistenti piuttosto che ad investire nuove risorse comprandone di nuove."
Inoltre un altro aspetto interessante di questa metodologia è che coinvolge nella produzione di idee tutte le figure che sono presenti in un dato sistema produttivo: "L'idea fondamentale che sta dietro al Kaizen è strettamente collegata al ciclo di Deming (o ciclo PDCA): * una persona ha un'idea per migliorare qualcosa (Plan) * vengono fatte delle prove e delle simulazioni per verificare la validità dell'idea (Do) * i risultati raggiunti vengono valutati per stabilire se l'idea ha centrato l'obiettivo che si era posta (Check) * se è così, si cambiano le procedure standard, adottando il nuovo metodo (Act) Il Kaizen coinvolge ogni collaboratore, dalla Direzione agli operai. In particolare, la Direzione deve sforzarsi, in prima battuta, ad aiutare i collaboratori a fornire suggerimenti per il miglioramento del lavoro del singolo e dell'azienda in generale, non importa quanto essi siano centrati. Questo modo di fare aiuterà le persone ad essere più critiche e le spingerà ad esaminare meglio il modo in cui fanno le cose."

Cosa ha a che vedere un metodo aziendale con il miglioramento delle nostre realtà territoriali? Secondo me molto.
Intanto, secondo me, uno dei problemi principali delle comunità in cui viviamo è il conservatorismo spinto fino al limite dell'ingessatura mentale. Tutte le nuove idee e tutte le innovazioni vengono viste come un nemico mentale da combattere con l'indifferenza o con il sarcasmo. Se le persone vengono spinte a fare proposte e suggerimenti anche a livello individuale, se queste idee vengono vagliate e valutate al fine di verificarne la validità, si potrebbe avere il buon risultato di modificare di quel tanto che basta la mentalità delle persone.
In secondo luogo non penso che si possano avere buoni risultati da cambiamenti troppo repentini o troppo violenti. La via di un miglioramento continuo delll'esistente, a partire dalle risorse che si hanno in casa invece può garantire stabilità e crescita allo stesso tempo, senza i traumi e la confusione tipici di metodi più rivoluzionari (la continuità è la principale caratteristica del kaizen che si oppone, in questo modo, al kakushin (innovazione) link).
Il metodo di cui vi ho parlato ovviamente può essere riempito di valori diversi. Non penso affatto a una società-azienda, perfettamente organizzata come un alveare, teso solo alla massima produzione e al massimo benessere materiale possibile. Etica e morale, solidarietà e crescita culturale andrebbero inseriti a pieno titolo nel metodo al fine di adattarlo alla crescita di una comunità di persone.
Saluti a tutti

venerdì 5 dicembre 2008

Ospedale di Giarre: la manifestazione

Mah!.....
..........."mah!" è l'unica cosa che mi viene in mente per riassumere tutto.
Lo dico perchè ci sono stata, stamattina, dall'inizio alla fine. E per questo non trovo niente di meglio da dire, per iniziare,e anche per sintetizzare: mah!..
Tanti politici e pochissima gente: questi i fatti. Tante parole e poca fiducia. La gente non è venuta in massa. Del resto nessuno, in tutta coscienza, può dirsi stupito di simile risultato. C'era da aspettarselo, visti i tentennamenti, i disaccordi, i ritardi, le indecisioni, le mosse tattiche dicutibili che hanno preceduto questa manifestazione, non in ultimo il giorno e l'orario (venerdì mattina ) in cui si è deciso di effettuarla.
Si, è vero si sono visti politici di tutti i colori, tutti "amici" lì, tutti a darsi strette di mani e pacche sulle spalle, e tutti a dire la loro, a fare "vetrina" e bella mostra della loro partecipazione. Questo si, si è visto, e potrebbe anche essere una bella cosa in sè, e lo è, certo, perchè testimonia almeno una presa di posizione comune.
Ma il valore di una manifestazione si misura dal numero elevato dei partecipanti, specie quando la posta in gioco è un interesse così grande e così trasversale, come è quello della difesa della salute di tutti i cittadini del Distretto di Giarre attraverso l'esistenza di un vero ospedale funzionante! Ebbene, proprio la folla è quella che non s'è vista, oggi. Peccato, peccato comunque! Secondo me, non c'è molto di cui vantarsi, nè dalla prospettiva dei politici - che dovrebbero prendere atto del loro scollamento dalla popolazione - nè dalla prospettiva dei cittadini - che non possono dire di essere capaci di autorappresentare a gran voce i propri diritti!
Si sarebbe dovuto accantonare tutto (riserve politiche, scetticismo, rassegnazione..) e andare comunque a manifestare. Questo io penso.
Invece non si son viste che poche associazioni, pochi cittadini, pochi studenti (eppure tra Giarre e Riposto ci sono tutti gli istituti superiori), pochi rappresentanti di categoria. Pochi di tutto e di più, ma pochi. Anche volantini dichiaratamente contro il sindaco di Giarre, si son visti, dunque anche la voce del dissenso, s'è vista. Ma la folla no, quella proprio no.
Mah!...Si spera certo, si spera fino all'ultimo, di non dover mai finire sbattuti in qualche barella di qua e di là in cerca di un ospedale in grado di affrontare le emergenze, e si spera sempre di essere in buona salute..Ma il peso politico di una grande manifestazione di massa non lo si può fare valere sul tavolo della negoziazione con la Regione. Siamo, più che mai, nelle mani dei politici, solo le loro, che adesso son sembrate "unite", ma..."mah!"..

domenica 30 novembre 2008

Idea geniale per pagare i debiti: vendere gli immobili

Idea geniale per pagare i debiti che si accumulano di esercizio in esercizio? Vendere i capannoni della zona artigiana.
- Sai Pierino, la mamma ha speso il doppio dello stipendio che guadagna papà e quindi il papà è stato costretto a vendere il suo bellissimo orologio d'oro.
- Papà ma tu lo hai detto alla mamma che spende troppo?
- Pierino! non glielo posso dire, la renderei infelice!
- Papà ma tu ce l'hai un altro orologio d'oro per il prossimo mese?
- Naturalmente no, Pierino, il prossimo mese romperemo il tuo salvadanaio.
- Va bene Papà, pur di non fare arrabbiare la mamma; ma allora il prossimo mese ancora cosa mangeremo?
- Non ci pensare, Pierino, e non lo dire alla mamma, altrimenti picchia tutti e due....
(Chiaro esempio di umorismo da strapazzo ma neanche la situazione merita un umorismo più arguto)

Leggo su LA SICILIA di oggi che il Comune di Giarre ha deciso di ripianare il suo grave indebitamento vendendo gli immobili (in particolare i capannoni della zona artigiana). Addirittura esiste un piano numero b per il caso in cui tale vendita non riuscisse. Però del piano numero b non si sa nulla :-)
Sarò un semplice ma a me non sembra una pensata da aquile. Intanto ci si è ridotti a questo punto e non si può dare la colpa alla precedente amministrazione perché ... è la stessa. Poi mi pare che si sia proprio alla frutta se si vendono degli immobili per ripianare debiti. Magari se ci si è costretti, ma non dovrebbe prima tentarsi una ristrutturazione del debito, o magari fare in modo che per l'avvenire queste cose non accadano più?
Boh? Sono un semplice, ve lo avevo detto!
Un saluto a tutti
Isidoro

Un po' di nausea

Devo dire che oggi ho aperto il giornale per guardare la cronaca locale molto tardi, dopo pranzo e dopo essermi soffermato a parlare, con un'amica, della situazione di grave disagio che vivono gli insegnanti precari, di fatto, licenziati dalla Gelmini e dai tagli alla scuola. Lei mi dice: "non pensano mai a ridursi i loro di stipendi!". E io dico: "è vero, ma si tratta di un problema complessivo di costi della politica che, in Italia, ammontano a cifre esorbitanti: pensa alle indennità di tutti i consiglieri comunali, provinciali, regionali, ai dirigenti di società di Stato "abbiati" là per meriti politici e così via..." Insomma io e la mia amica ci troviamo d'accordo su questa cosa su cui, peraltro, si trovano d'accordo tutti ma per la quale nessuno prende provvedimenti incisivi.
Poi torno a casa, pranzo, apro "La Sicilia" e vado alla pagina dell'informazione locale. E che ti scopro? Ti scopro che i consiglieri comunali di Riposto hanno avuto la brillante idea di aumentarsi le indennità a mille euro mensili lorde, per di più quasi all'unanimità, perché quando si tratta di danari ci si trova quasi tutti d'accordo, quando invece, in campagna elettorale, ci si è sbranati e si è detto peste e corna gli uni degli altri.
Poi magari si criticano i parlamentari nazionali, i deputati regionali, i dipendenti pubblici e quant'altro. Ma quando si passa dalle parole ai fatti è questo l'esempio che si da, per di più in un momento tanto difficile per tanta gente. Mi dispiace non essere gentile e diplomatico: vi giuro che non è per i soldi che fuggono via dalle tasche di tutti, che magari il comune non ha che ho questo senso di nausea, ma perché penso che alcuni continuano a ballare e festeggiare mentre il Titanic affonda...

link alla pagina di informazione locale della Sicilia 30/11/2008

sabato 22 novembre 2008

Aggiornamenti sull'Ospedale di Giarre

Premesso che ormai, dopo le discutibili mosse tattiche dei soggetti istituzionali, resto sempre con una punta di diffidenza, ci tengo a dare visibilità qui alle positive novità sul terreno della difesa del nostro Ospedale. E siccome il mio non è un discorso di parte, se non quella dei cittadini che ci tengono alla propria salute, ve ne cito due, di cui ho saputo leggendo il giornale e girando per internet.
Una. Apprendo oggi, da notizie di stampa, di cui metto il link, che i sindaci si sono decisi nuovamente per fare la manifestazione in difesa dell'Ospedale "S.Isidoro" di Giarre: sarà il 5 dicembre 2008, con partenza alle ore 9, 30 dalla Piazza di Macchia di Giarre.
Due. Da questo sito, di cui pure metto il link, ho saputo che domani mattina ,domenica 23 novembre 2008, in piazza S.Pietro a Riposto continua la raccolta di firme organizzata dal Circolo Gramsci di Riposto per chiedere alla regione di rivedere il piano di rientro regionale che prevede il depotenziamento e poi la chiusura dell'Ospedale di Giarre.
Secondo me, in questo momento così delicato, non bisogna lasciare nulla di intentato: io la firma l'ho già messa, domenica scorsa, ora, finalmente, spero di poter partecipare alla manifestazione! E, soprattutto, spero che l'Ospedale, se resta, sia davvero funzionante, dotato di risorse adeguate, altrimenti avremo combattuto tutti una battaglia inutile.

venerdì 21 novembre 2008

Dove sono gli indirizzi mail di assessori e consiglieri di Giarre?

Il 3o settembre scorso abbiamo letto con piacere su "La Sicilia" che il Comune di Giarre avrebbe messo a disposizione dei cittadini gli indirizzi di posta elettronica di assessori e consiglieri e che a partire dalla metà di ottobre il servizio sarebbe stato attivato. Avevo accolto con tanto favore questa bella opportunità che ci avevo fatto un post (qui il link).
A tutt'oggi, però, se si va sul sito web del Comune di Giarre non si trova alcun indirizzo mail di singoli assessori o consiglieri.
Allora mi chiedo: queste mail esistono, o no?
Non vorrei avere la solita delusione di una cosa annunciata e poi non realizzata; oppure realizzata ma non resa nota, il che, sostanzialmente, porta allo steso risultato: qualcosa di cui non si può fruire.

mercoledì 19 novembre 2008

Rifiuti: alternative

Le idee semplici sono sempre le migliori: perchè da noi queste cose arrivano sempre dopo o, addirittura, non arrivano?



Questo è un progetto italiano.
Perché non sperimentarlo anche da noi?



Qua parliamo islandese anche se il video è un po' vecchiotto e parla di una situazione che il nuovo governo ha già brillantemente risolto e abbondantemente superato :-) o no?



Insomma, parliamone se volete....

lunedì 17 novembre 2008

"Sanità da difendere" - "Il nostro Ospedale non si tocca"

Andate qui: ecco quello che anche a Giarre sarebbe dovuto accadere l'8 novembre 2008, se si fosse svolta la manifestazione pro Ospedale! E che invece non è successo a causa di quella frettolosa e poco opportuna mossa "tattica" dell'annullamento della manifestazione a favore dell'Ospedale e contro il piano di rientro regionale che ne prevede la chiusura (o un ridimensionamento, preludio alla chiusura).
Comunque, ormai questo annullamento c'è stato, e tant'è. Inutile fermarsi a piangere sul latte versato!
Ora però, BASTA! Basta con le colpevoli perdite di tempo! Da cittadina pretendo che le istituzioni facciano gli interessi delle comunità che governano! Mi aspetto quindi, che non tentennino più e che non agevolino, di fatto, le manovre di risparmio regionali, da attuare, si sa, al troppo caro prezzo della eliminazione di strutture sanitarie indispensabili per il territorio di riferimento, come lo è senz'altro l'Ospedale S.Giovanni di Dio e S.Isidoro!
Meno male che si è rimessa nuovamente in piedi, pare, l'ipostesi di una manifestazione e si stia cercando di accorciare i tempi del tavolo di discussione! E meno male pure che qualcuno ha avuto il coraggio di chiedere direttamente ai cittadini il loro parere, promuovendo una raccolta di firme in difesa del nostro ospedale! Mi riferisco all'iniziativa di ieri del Circolo Gramsci di Riposto, che in Piazza S.Pietro si è fatta carico di questo pronunciamento!
Penso di essere stata in buona compagnia, nel mettere la firma. Come tutti, immagino, sto seguendo gli sviluppi di questa vicenda, perciò non appena avrò dell'altro su cui riflettere qui, farò un aggiornamento.
Aggiornamento del 22 novembre 2008
Premesso che ormai, dopo le mosse discutibili dei soggetti istituzionali, resto sempre con una punta di diffidenza, ci tengo a dare visibilità alle positive novità sul terreno della difesa del nostro Ospedale. E siccome il mio non è un discorso di parte, se non quella dei cittadini che ci tengono alla propria salute, ve ne cito due, apprese leggendo il giornale e girando per internet.
Una. Apprendo oggi, da notizie di stampa, di cui metto il link, che i sindaci si sono decisi nuovamente per fare la manifestazione in difesa dell'Ospedale "S.Isidoro" di Giarre: sarà il 5 dicembre 2008, con partenza alle ore 9, 30 dalla Piazza di Macchia di Giarre.
Due. Da questo sito, di cui pure metto il link, ho saputo che domani mattina ,domenica 23 novembre 2008, in piazza S.Pietro a Riposto continua la raccolta di firme organizzata dal Circolo Gramsci di Riposto per chiedere alla regione di rivedere il piano di rientro regionale che prevede il depotenziamento e poi la chiusura dell'Ospedale di Giarre.
Secondo me, in questo momento così delicato, non bisogna lasciare nulla di intentato: io la firma l'ho già messa domenica scorsa, ora, finalmente, spero di poter davvero partecipare alla manifestazione!

sabato 15 novembre 2008

Le bucce d'arancia contro l'inquinamento

Pensavate che le bucce d'arancia fossero buone solo per seccarle e candirle, vero? Golosi che non siete altro! :-) E io con voi!
Pare che le bucce d'arancia possano aiutare a smaltire rifiuti inquinanti.
L'ho letto in un articoletto pubblicato sul Venerdì di Repubblica di ieri, 14 novembre 2008.
Copio testualmente il testo (di Caterina Visco)
Uno studio dell'Università di Tlemcen, in Algeria, pubblicato sull'International Journal of Environment and Pollution, dimostra che la buccia d'arancia ha proprietà assorbenti nei confronti di tinture e coloranti spesso contenuti nelle acque di scarico di colorifici, industrie tessili e fotografiche. Questi scarichi (che per la verità dovrebbero essere smaltiti da costosi impianti di filtraggio) bloccano la fotosintesi delle piante acquatiche alterando gli equilibri naturali della zona e delle varie specie che vi abitano. Lo studio ha provato che un solo grammo di buccia d'arancia è in grado di asorbire tra i 40 e i 70 milligrammi dei principali coloranti industriali.
Noi, nel nostro territorio, di arance e agrumi vari, con relative bucce ne abbiamo tanti. Così, se da questo studio, ne dovesse nascere (e perchè no?) un'applicazione pratica, tanti dei nostri agrumi potrebbero essere venduti a quel tipo di industrie, anzichè finire al macero...Pensate che stia sognando? Beh, si, ma a volte basta avere immaginazione, studio e applicazione e..anche con pochi soldi (chè in Italia, e in Sicilia, si sa, i soldi mancano sempre) si possono creare nuove opportunità di sviluppo. Non vi pare?

mercoledì 12 novembre 2008

Riposto e il mare da: SAPOREDAZZURRO 2008

Riposto e il suo mare: un’alleanza indissolubile che si scorge nella geometria delle sue viuzze, nei tratti della costa “ridisegnati” dall’uomo per riporvi barche e navi, nei volti dei pescatori e nei detti popolari.

Parlare dunque a Riposto di mare, del popoloso, variegato e variopinto mondo sottomarino, delle usanze di genti marinare lontane e vicine, con le immagini e le parole di Folco Quilici, beh, è stata una gran bella pagina ripostese da ricordare!

L’altra sera al Lungomare Edoardo Pantano di Torre Archirafi ho assistito, anch’io tra tanti, alla visione del video sul mare proposto da Folco Quilici e al dibattito che ne è seguito. Mi riferisco a "Una vita per il mare", la serata di domenica 9 novembre dedicata a Folco Quilici nell’ambito della manifestazione “SAPOREDAZZURRO”.

Quilici, la cui fama di regista e documentarista, pioniere delle tecniche di ripresa subacquee, è indiscussa e mondiale, è riuscito a lasciare la platea letteralmente rapita, con lo sguardo e la mente “appesi” al suo “filo” di immagini e storie.

Non ho annotato nulla, non ho "rapporti" da fare o cronache da scrivere, io. Ho solo una bella esperienza che mi è rimasta impressa e che semplicemente mi va di testimoniare qui.

Dei tanti flash che ho in memoria, c’è sicuramente quello della sirenetta bianca, che i pescatori (tutti di colore) di Bahia in Brasile, gettano in mare insieme ai regali che le fanno per ingraziarsela affinché li protegga e assicuri loro una pesca ricca. Poi c’è quello della statuetta di S.Antonio che i pescatori delle Egadi mettevano, almeno fino agli anni 70, nelle reti, con l’intesa che il santo le facesse risalire piene di pesci. Infine, mi piace evidenziare, tra le tante cose dette da Quilici, che ciò che accomuna i popoli di mare delle varie parti del mondo è la profonda conoscenza del “loro” mare, quello in cui pescano e in cui vivono , che è diverso da quello antistante ad altri luoghi distanti anche pochi chilometri, come lo è, ad esempio, quello davanti a Riposto, rispetto a quello di Giardini o di Catania o di Siracusa…E questa conoscenza del mare, così particolareggiata, li porta tutti, che siano ripostesi, o che siano polinesiani, o giapponesi, o africani, ad avere il massimo rispetto per il mare, amandolo e temendolo, e traendone da esso il massimo profitto, senza devastarlo o saccheggiarlo, come purtroppo invece può accadere oggi con l’utilizzo di sistemi di pesca ipertecnologici irrispettosi dei delicati equilibri biologici marini.

Una nota a margine su SAPOREDAZZURRO.
Per quello che ho visto io fino ad ora, si è rivelata una interessante sorpresa, nel complesso ben organizzata, anche se da affinare curando meglio alcune cose non secondarie come ad esempio la scelta degli stand, che dovrebbe garantire, credo, visibilità e promozione a prodotti esclusivamente tipici. In generale comunque questa settimana dedicata al mare mi dà l'impressione di un territorio vivo e che guarda al futuro con tanta voglia di riscatto e successo. Insomma, specie se si riuscirà ad istituzionalizzarla, mi pare che possa avere tutti i crismi per diventare un irrinunciabile appuntamento con Riposto.

sabato 8 novembre 2008

Quando perderemo l'ospedale...

Ho pensato che bisogna attrezzarsi culturalmente e tecnicamente per il momento, ormai abbastanza vicino, in cui perderemo l'ospedale.
Oggi vorrei approfondire il tema dell'infarto al miocardio.
Intanto i medici dicono che "il tempo è muscolo", muscolo cardiaco...



Poi è bene riconoscere subito i sintomi e i segni dell'infarto. Chissà, magari chiuderanno anche il pronto soccorso e quindi guadagnare mezz'ora pensando subito al peggio potrebbe salvarci la vita...



L'ultimo filmato (un'animazione di quello che succede nel cuore al momento di un infarto) l'ho trovato in inglese e lo posto così com'è. E' una lingua che non capisco quasi per niente, come non capisco quasi per niente perchè i cittadini di Giarre, Riposto e di tutto il comprensorio, non debbano avere una sanità efficiente....

Forse qualcuno vorrà prendersi l'incarico di farmi una breve traduzione, così come qualcuno vorrà spiegarmi cosa c'è veramente dietro questa storia dell'annullamento della manifestazione, che poteva essere qualcosa di concreto sul piano delle trattative , e che invece dimostra come queste trattative siano impossibili perché uno dei contraenti si dimostra debole, disunito e privo di una qualsiasi autonomia e forza contrattuale...
Saluti a tutti
Isidoro

sabato 1 novembre 2008

Out... ancora sull'incompiuto siciliano

C'è chi ha fatto dell'incompiuto siciliano una forma d'arte. Effettivamente il silenzio quasi funerario di questo video, l'atmosfera da film muto e in bianco e nero dimostrano come le idee possano trasformare la realtà, addobbandola di un contenuto quasi metafisico e oserei dire, nel caso delle incompiute siciliane , quasi urticante, un malessere che va ben oltre la semplice indignazione. Potenza delle idee!
Eccolo da Youtube: "Out"

La realtà però è molto cruda: la città di Giarre nel ventesimo secolo, ha sprecato la più grande occasione della sua storia per fare un salto di qualità, per diventare un grande centro dell'area Jonico-etnea (un centro grosso lo è già).
Ora non è troppo tardi, non è mai troppo tardi. L'unica cosa che mi chiedo è questa: c'è chi ha la capacità e la volontà per assumere il ruolo di guida del cambiamento? I cittadini giarresi hanno la maturità e la libertà per scegliere di seguire un progetto di bene cittadino senza divenire servi di questo o quel principe indigeno o straniero?
Io sono ottimista e quindi continuo a innaffiare, concimare e coltivare la pianticella della speranza. In fondo questo occorre. Vediamo se cresce...

Spero di fare cosa gradita a Claudia D'Aita e ai suoi amici pubblicando uno dei link che mi ha mandato, in cui è contenuto il manifesto del "Incompiuto Siciliano"
Saluti a tutti
Isidoro

venerdì 31 ottobre 2008

Il blog è aperto

Vorrei ribadire ora, a distanza di qualche mese dall'apertura, che il blog è aperto e che sono bene accetti tutti i contributi, alle solite condizioni naturalmente della non commissione di reati :-) e dell'attinenza alla vita (nei suoi aspetti positivi e/o negativi) delle nostre due cittadine. Ultimamente io e la Giarrese abbiamo scritto poco. Questo è avvenuto un po' perchè è difficile trovare argomenti nuovi su cui sforzarsi di scrivere cose il meno banali possibili, ma anche perchè non abbiamo voluto e non vogliamo tuttora fare di questo luogo virtuale una tribuna per l'esposizione dei nostri pensieri e delle nostre idee (altrimenti lo avremmo chiamato Isidoro Bonaventura e la Giarrese blog :-).
Ovviamente andremo avanti lo stesso... ma suvvia, forza e coraggio, voi concittadini quando parlate nelle piazze o nelle strade avete sempre qualcosa di cui lamentarvi e sempre qualcuno o qualcosa da criticare e spesso vi vengono buone idee su come le cose dovrebbero essere fatte. Possibile che poi non vogliate regalarci qualche vostra idea o raccontarci qualche vostro fatto?
Potete contribuire postando qualche commento o scrivendo articoli vostri: il mio indirizzo email, per qualsiasi chiarimento, lo trovate nel profilo collegato a Isidoro o a "Una Giarrese". Potete anche contribuire in maniera anonima o indicare un nick o un indirizzo di posta elettronica di riferimento.
Per quello che mi riguarda, ho già detto e ribadisco che non mi piacciono i commenti completamente anonimi, per cui saranno pubblicati solo se apportano un contributo e non si limitino a critiche o lamentele generiche contro i politici, gli amministratori, il tempo e il cielo :-)
Spero che accorriate numerosi... o che andiate da qualche altra parte a farlo... spero e prego che andiamo tutti in un'unica direzione, che è quella della vera libertà e della vera democrazia, del bene comune insomma, con il suo connubio di onestà ed efficienza.
Un caro saluto a tutti
Isidoro

martedì 28 ottobre 2008

Sviluppi sull'Ospedale

Ricevo dall'amico Saro Cerra questo commento che trasformo volentieri in post al fine di attribuirgli maggiore visibilità:

Ciao Isidoro e ciao a tutti.
Ci siamo quasi!
Domani 29 ott 2008 alle ore 18:30, nella sala degli specchi di Giarre, dovrebbe venire il SIGN. Scavone; dico dovrebbe, perchè sono già sicuro che non lo farà. Ecco perchè dico "ci siamo quasi", perchè se il suddetto dovesse disattendere quest'ennesimo incontro, credo che ci siano tutti i margini affinchè la manifestazione di giorno 8 possa diventare (se pur civile) una protesta. Giorno 31 mattina io, nella qualità di Presidente della Commissione straordinaria per l'ospedale del Comune di Riposto, andrò insieme al Presidente della comm. Straord. del comune di Giarre a fare un sopralluogo e a parlare con il Dott. Calì. Chi vuole è invitato a partecipare. L'appuntamento è alle 12.
Ciao

Ciao a te Saro e grazie!
Purtroppo al sopralluogo non potrò esserci, per motivi di lavoro, ma alla manifestazione, di protesta o no, vedrò di non mancare
Isidoro

domenica 26 ottobre 2008

Giarre-Riposto: una realtà in due (repost)

Questo post, che riporto qui sotto, lo avevo scritto a luglio, poco dopo gli inizi., quando quasi nessuno conosceva ancora il blog. Ora che non ci sentiamo più tanto soli :-), mi è venuto in mente di riproporlo. Chissà se appassiona pure voi l'argomento! Mi piacerebbe sapere come la pensate! Ma non fraintendetemi: non c'è nessun nuovo orizzonte su questo versante..E' solo per avere un idea "aggiornata" su questo argomento che sembra quasi un tabù..
--/--
Giarre e Risposto distano molto meno del trattino che c'è tra loro nel nome di questo blog. Anzi, non distano affatto: sono un'unico agglomerato urbano. Chi vede da lontano, o dall'alto, questo centro, o anche chi viene da fuori zona, di sicuro stenta a credere che si tratti di due comuni distinti e separati. Solo noi che ci abitiamo lo sappiamo bene, e non la consideriamo una cosa strana.
In passato c'è stata tanta rivalità, quel campanilismo tipico delle piccole realtà di provincia. Ma c'è stato anche un periodo in cui sono stati uniti in un unico paese, Giarre-Riposto, esistito dal 1939 al 1945 e rinominato Jonia nel 1942 per volere, e per imperio, del fascismo. I nati in quegli anni indicano nelle loro generalità il nome di un paese che non esiste più, ma che c'è ancora - eccome se c'è! - vivo, molto vivo, ma soltanto diviso in due municipalità.
Personalmente sono tra coloro che non vedono ragioni perchè Giarre e Riposto debbano restare divisi. Per me sono un tutto-unico, sia geograficamente, che culturalmente. Lo so anch'io che tradizionalmente si tende ad identificare Giarre come un paese di terra e Riposto come un paese di mare, e, per conseguenza, i giarresi come persone attaccate alla terra ed a ciò che produce, ed anche tradizionalisti, ed i ripostesi aperti, protesi verso il mare, e i commerci che vi si svolgono, e pure più "aperti" di mentalità. Ma tutto ciò, a mio vedere, appartiene al passato. Non vedo, oggi, grandi differenze tra i due centri, entrambi dediti al commercio, ed alle attività impiegatizie, e, sommati insieme, polo di istruzione secondaria per tutto l'hinterland, con la presenza di scuole superiori di ogni tipo nel territorio dei due comuni. E quanto alla mentalità vi vedo quella conservatrice prevalere, in entrambi i paesi, su quella più "progressista". Insomma, considerato tutto, secondo me Giarre e Riposto uniti costituirebbero una realtà socio-ecomica molto più forte e potrebbero "contare" di più nella provincia di Catania, e nel versante ionico in particolare. Queste, però, sono solo idee mie e, quand'anche fossero condivise da tanti, si scontrerebbero sicuramente con la logica delle spartizioni di "poltrone" e della gestione dei centri di potere, che preferiscono la frammentazione piuttosto che concepire una contrazione consistente che lascerebbe in tanti senza "potere" (sia pur piccolo, e "basso", aggiungo io..). Peraltro si sa che in un accordo c'è sempre chi cede e chi si avvantaggia di più. Mi rendo conto dunque che non sarebbe facile trovare un equo criterio di ripartizione delle perdite e dei guadagni..Non sarebbe facile, certo...Ma nemmeno impossibile. Se ce ne fosse la volontà, una simile unione si potrebbe fare senz'altro.
Ora, dal momento che l'argomento Giarre-Riposto ed un loro possibile accorpamento in un unico comune mi appassiona molto, mi sono divertita ad indagare un pò in giro, per sapere cosa ne pensano gli altri. Così ho chiesto ad un gruppetto di parenti e amici giarresi e ripostesi di varie età e mi sono fatta una piccola, "casereccia" indagine sul tema, da prendere per quella che è, un semplice esempio, senza alcuna pretesa di rappresentatività dell'"universo" dei giarresi e ripostesi.
Sostanzialmente ho rilevato che la maggioranza dei miei interpellati non vede di buon occhio l'ipotesi dell'unione in un unico minicipio. I due anziani, una ultra settantenne e l'altro quasi novantenne, a cui ho chiesto (entrambi residenti a Giarre, ed entrambi, in passato a Ionia, ed uno dei due, nato e vissuto nell'infanzia a Riposto) mi hanno detto che secondo loro ci sono troppi interessi contrapposti, tra i due Comuni, e che, alla fin fine, è meglio che siano e che restino divisi, per evitare eccessive "litigiosità". Del resto, loro si ricordano di Ionia come di una realtà forzata, dove Giarre prevaleva su Riposto, alimentando un diffuso malcontento. Una quarantenne, residente a Riposto dalla nascita, mi ha detto che secondo lei i due paesi sono divisi solo perchè così ci sono più poltrone da dividere e si possono "accontentare" più persone, ma che per lei è indifferente che il comune sia unico, o siano due. Un cinquantenne, nato e vissuto a Riposto, ma residente da tanti anni a Giarre, mi ha detto che secondo lui è giusto che siano due comuni distinti. Perchè, se si unissero, mi ha detto, prevarrebbe Giarre, e questo sarebbe un danno per tutti, giarresi e ripostesi, ma soprattutto per i ripostesi, dato che negli ultimi decenni Giarre ha avuto, a suo avviso, amministrazioni comunali peggiori di quelle di Riposto. Quest'ultimo, inoltre, perderebbe quella notorietà e quella possibilità di riscatto e sviluppo che il porto turistico gli possono dare. Ho chiesto infine anche ad un adolescente di 14 anni. Saranno gli adolescenti di oggi, del resto, la futura popolazione attiva di questi Comuni. Ebbene, l'adolescente, d'istintto, mi ha risposto che preferirebbe che Giarre e Riposto fossero un unico Comune, tanto, per lui, è un "unico posto". Poi però ci ha riflettuto su, e mi ha detto che probabilmente la gestione di un comune più grande sarebbe più difficile e quindi che, dopo tutto, si, è meglio che restino divisi.


Che dire, in conclusione? Mah! Che forse siamo un pò tutti abitudinari e che i cambiamenti spaventano sempre (Cu cancia a vecchia ppa nova, mali ssa ttrova, direbbero i nostri nonni) Inoltre, noi possiamo parlare qui quanto vogliamo, e appassionarci a Giarre-Riposto, ma, di sicuro, almeno per il momento, non si profila affatto (purtroppo, dico io) all'orizzonte nessuna ipotesi di unione. Giarre resterà il paese di terra e Riposto quello di mare. Ed io, che sono giarrese, ma mi sento di mare, continuerò a concepiermi abitante di entrambi i comuni. :-) E non temerò, come pare accadesse ai giarresi dei primi del secolo scorso, di vedermi sottratti i vestiti dai ripostesi, mentre sono in acqua, a mare, a fare il bagno :-).


(Preciso che quest'ultima diceria, diffusa a Giarre tanti decenni fa, me l'ha raccontata il quasi novantenne giarrese, ridendo e credendoci poco egli stesso)

giovedì 16 ottobre 2008

L'Ospedale che c'è/non-c'è/non-ci-sarà(?) II - la manifestazione

Mi ero impegnata a darne risalto qui, e lo faccio con questo post. La mainifestazione a favore del mantenimento dell'Ospedale di Giarre ci sarà: SABATO 8 NOVEMBRE 2008.


Dopo aver letto, il 14 ottobre scorso, che la riunione dei sindaci del distretto di Giarre aveva "partorito" la data dell'8 novembre prossimo, ho letto oggi che si sono raccordati anche i presidenti dei consigli comunali. Bene! :-) Io ci sarò! Mi sarebbe piaciuto di più che tutto fosse partito da qualche comitato o associazione di cittadini. Ma non sono un'incontentabile! :-) E, poi potrebbero sempre aggiungersi. Comunque sia, se ora si sono messi d'accordo consiglieri e sindaci, con tutti i loro vari "appesantimenti" burocratici e politici, perchè non dovrei muovermi anche io? Che sono una libera cittadina? ;-)
Ci tengo a difendere la mia salute e quella dei miei cari. E per questo mi serve un ospedale vero, a Giarre, non "ppi cumpassa"! Non me lo merito, nè io, nè nessuno degli altri cittadini della zona (e siamo una grossa popolazione)!


Se volete leggere anche voi gli articoli, oltre a trovarli in formato PDF su "La Sicilia.it" , potete farlo più facilmente anche dal blog di Maria Gabriella Leonardi, che ne è l'autrice.


domenica 12 ottobre 2008

L'Ospedale che c'è/non-c'è/non ci sarà (?)

L'Ospedale di Giarre: come non parlarne anche qui?

L'argomento è di quelli così importanti e che riguarda tutti così da vicino, che è impossibile tacere o mettere la testa sotto il cuscino aspettando che "tutto passi", accontentandosi di vedere solo il finale! Io non ho scritto nulla fino ad ora, ci ho voluto riflettere, ma ora mi sono decisa. Voglio dire quello che penso al riguardo, e fare qui alcune considerazioni, dal mio solito punto di vista di una persona che vive a Giarre.

Evito di fare il riassunto di questa travagliata vicenda perchè tutti la conosciamo e perchè non mi interessa affatto fare puntuali rapporti di cronaca, nè me ne sento obbligata.Questo è un blog, per fortuna non una testata giornalistica.

Dunque, fuori da vincoli e da eccessive "cautele", di qualsivoglia natura, specialmente partitica, concentro la mia attenzione sul versante della società civile. Io ci credo. Credo che le comunità locali non siano entità astratte che servono a riempire di numeri le statististiche. Sono comunità di persone, con i problemi di tutti i giorni, chi più chi meno. Ecco, se è vera questa premessa, e lo è per certo, io mi rifiuto di considerare le nostre comunità, quelle di Giarre e di Riposto e degli altri Comuni limitrofi, quelli del Distretto socio-sanitario di Giarre, come un semplice inerme destinatario di politiche calate dall'alto e/o favorite da "valletti" locali consenzienti. Noi comunità dobbiamo esprimerci, il silenzio non paga. Chè intanto alla Regione decidono i piani di rientro, risparmiando sulla nostra salute! Magari per assicurarsi per l'avvenire, consentitemi il sospetto non troppo infondato, privilegi e sprechi troppo "consolidati" per rinunciarvi!

Su queste cose dubito che qualcuno non sia d'accordo. Il fatto è che, l'essere "privatamente" d'accordo, non basta. Ci vogliono atteggiamenti "pubblici"! E invece, proprio perchè io ci vivo a Giarre, mi accorgo che a prevalere tra la gente sono l'inerzia, la sfiducia muta, la delega stanca, e la rassegnazione. Questo io vedo serpeggiare, ovunque. Anche nella mia famiglia. E anch'io, lo ammetto, sono spesso tentata dall'atteggiamento quieto del "che ci posssiamo fare io?". Ma no, accidenti, no! Non va bene così! Dovremmo svegliarci! Non è che voglio farmi chissà quali illusioni, so bene che la "macchina decisoria" che vuole la chiusura, o un preludio di chiusura, qual'è l'accorpamento e il depotenziamento, è molto forte e s'è messa già in moto. Si, ma di strada davanti ce n'è! E non penso che questa macchina del (presunto)rigore-contenimento della spesa-razionalizzazione, sia già "arrivata"! Possiamo ancora fare in tempo! Almeno per limitare i danni! Dunque dovremmo muoverci TUTTI! Senza distinguo, senza campanislismi, senza protagonismi vari, e senza strumentalizzazioni. E in massa, con i nostri sindaci, TUTTI,col tricolore assieme a noi cittadini! La disunione, da che mondo è mondo non ha mai fatto la forza! A maggior ragione qui, che l'impresa è ardua, dovremmo essere uniti! E un'altra cosa. Non è bello leggere sui giornali, addirittura nella stessa pagina, come qualche giorno fa, articoli (ma sarebbe meglio dire comunicati stampa)distinti, uno relativo a Giarre, e l'altro a Riposto, sullo stesso argomento dell'Ospedale di Giarre, magari per dire, separatamnte, cose simili! Quello che si pecepisce, continuando così è solo una cosa: disunione! Dunque incertezza! E la gente, che già è sfiduciata e "chiusa tra le mura della propria casa" non va certo appresso a persone disunite! E non serve che le intenzioni siano le migliori di questo mondo! Le battaglie si vincono con i fatti, non con le intenzioni! Sarebbe anche un vero peccato sprecare così, con la disunione, gli sforzi e le energie di coloro che, all'interno delle isituzioni comunali, si sono fino ad ora impegnati per recuperare terreno!

Insomma, queste cose mi sentivo di dire, e le ho dette! E infine un'ultima cosa: mi auguro che una tale mobilitazione ci sia sul serio, e che l'immobilismo si sblocchi. Io per prima, così, ci sto! Dò la mia adesione! E, per quanto questo sia un piccolo blog, mi impegno a darne rilievo qui.

So di non essere stata originale, nel dire queste cose. Non sono la sola, nè tanto meno la prima a pensarla così. E' una fortuna, questa! Son contenta di non avere l'esclusiva! :-)Infatti è stato con molto piacere che ho letto, l'articolo dell'altro ieri sull'Ospedale di Giarre pubblicato su "La Sicilia", e anche nel suo blog da M.G. Leonardi, che lo ha scritto. Vi metto il link, così lo leggete anche voi se volete.

martedì 7 ottobre 2008

Ma Brunetta è passato da Giarre e Riposto?

Il ministro Brunetta è certamente uno degli uomini di cui, in questo momento, si discute di più in Italia. Da una parte é molto odiato dai pubblici dipendenti che colgono nelle sue dichiarazioni e nei suoi provvedimenti l'aspetto manifestamente denigratorio e lo percepiscono come un ometto tutto intento alla caccia al capro espiatorio, dall'altra è visto come il vendicatore dei cittadini angariati dagli statali fannulloni. Tuttavia, da dipendende statale, devo dire che, secondo me, era ora che si discutesse, magari con toni diversi, di un improcrastinabile recupero di efficienza nella pubblica amministrazione.
Sono andato sul sito http://www.nonsolofannulloni.forumpa.it/ che fa capo al ministero diretto da Brunetta, mi sono fatto un giro e mi sono imbattuto nella sezione "Cento e più storie" .
Pur essendo un dipendente pubblico non mi sognerei mai di fare una difesa d'ufficio della mia categoria. Per me tutto quello che mi circonda durante le giornate di lavoro è completamente inadeguato ai cambiamenti avvenuti nella società e ancora lontano dallo sfruttare appieno le potenzialità dei sistemi informatici moderni. D'altro canto, nel corso di questi quasi otto anni di lavoro per lo Stato, mi sono convinto di tre cose: 1) miglioramenti significativi possono essere fatti subito e senza grandissime innovazioni a livello legislativo e regolamentare e soprattutto anche senza grandi spese. 2.) I miglioramenti vanno fatti con l'ausilio dei dirigenti e dei gregari appartenenti all'amministrazione, che conoscono bene la situazione dei loro uffici e che possono avere le idee giuste per rendere l'azione della pubblica amministrazione più celere, efficace, efficiente, economica e soddisfacente per i cittadini. D'altra parte l'esperienza insegna che le riforme calate dall'alto e senza tener conto della pratica fattibilità difficilmente raggiungono i loro scopi . 3. I miglioramenti devono essere misurabili in termini economici, temporali (rapidità dei procedimenti) e di soddisfazione del cittadino. Forse qualche criterio mi sfugge ma quello che voglio dire è che in mancanza di un elemento obiettivo di quantificazione del miglioramento, il sospetto del "progetto-bufala-facciamolo per mangiarci un po' di soldi e fare lavorare qualche amico consulente" c'è sempre.

Insomma eccovi le cento e più storie nella sezione relativa ai comuni. Spero che i nostri amministratori siano al corrente della possibilità di accedere ai progetti forniti dalla Funzione Pubblica e che non si vergognino di copiare le cose buone fatte altrove. Tra l'altro tra i casi selezionati ho trovato anche quello del Comune di Biancavilla. Ora non voglio togliere nulla al merito degli amici di Biancavilla, ma se ci riescono loro perchè non i comuni di Giarre e Riposto?
Mi sono fatto l'idea che gli enti pubblici del futuro non potranno più permettersi di pesare più di tanto sui contribuenti e, allo stesso tempo, devono recuperare in efficienza, efficacia e rapidità e capacità di adattarsi ai mutamenti intervenuti.
Un appello ai colleghi pubblici dipendenti, specie quelli comunali, visto che l'ambito di questo blog vuole essere locale: se qualcuno di voi mi legge, rendiamoci conto che i tempi sono cambiati, osserviamo quello che sta succedendo nel mondo: non possiamo più permetterci di essere zavorra per la società
!
Un saluto a tutti

giovedì 2 ottobre 2008

COMUNICAZIONE CIVICA A GIARRE

Questo blog è stato aperto lo scorso giugno con l’intento di avere uno spazio sul web dove poter comunicare e discutere di problemi locali, riguardanti in modo particolare Giarre-e-Riposto, un’unica realtà divisa in due Comuni. Uno spazio che, ci tengo ad evidenziarlo, vuole essere collettivo, aperto ai contributi di quanti si sentono di esprimere la propria opinione e di mettere a disposizione dei lettori le loro conoscenze ed esperienze. A tal proposito vi rimando alla lettura di questi primi post che rappresentano il manifesto del blog (AAA Compagni cercansi e Primo post di "una giarrese").

Detto questo, a tre mesi di distanza dalla nostra esistenza in rete, personalmente mi sento rafforzata in questa scelta di utilizzare il blog come uno strumento per “fare” qualcosa per il nostro territorio, per contribuire a migliorarlo. Dico questo perché, da notizie di giornale (su “La Sicilia” del 30 settembre 2008, “Con assessori e consiglieri si comunicherà via e-mail” di m.g.l.) apprendiamo con piacere che sul “nostro terreno”, quello del web, potremo interloquire tra breve (dal 15 ottobre p.v.) anche con i consiglieri comunali di Giarre, che saranno dotati di una loro mail istituzionale. Era ora! Dunque anche l’Amministrazione di Giarre si è accorta che siamo nel 2008, in piena era delle comunicazioni globalizzate via web!:-) A parte la battuta di spirito, sapere che la comunicazione cittadini-istituzione locale potrà essere più agevole e veloce tramite internet non la si può che considerare una cosa positiva! Per questo ne ho voluto parlare qui. Purché, tuttavia, non resti un fatto puramente formale, e purché le mail dei consiglieri vengano rese davvero pubbliche in modo semplice. In altri termini, voglio soltanto sottolineare che, se se ne dovesse fare un utilizzo improprio, o se queste caselle mail non si dovessero utilizzare affatto per rispondere prontamente ai cittadini, il tutto da opportunità positiva potrebbe trasformarsi in un boomerang ed essere motivo di discredito delle istituzioni. Viceversa, dal lato dei cittadini, voglio augurarmi che ne venga fatto un uso appropriato e non uno strumento di polemiche e/o insulti gratuiti. Non mi pare proprio il caso che la collettività locale si squalifichi così!

Insomma, staremo a vedere! Vedremo se, e come, verrà sul serio incrementato l’utilizzo di internet anche a Giarre per scopi “civici”. Mi sembra una piccola/grande scommessa, questa, un banco di prova, di “tenuta” e di “coscienza” civica da parte di tutti, cittadini e rappresentanti delle istituzioni.

Una breve nota piacevole a margine. Tra gli esempi di blog in cui si parla di problematiche di interesse locale, sono stati menzionati due blog: quello di Saro Cerra, consigliere comunale di Riposto, (che trovate tra i nostri link, a destra) e..il nostro! Si, proprio il nostro “Giarre-Riposto” blog! :-)

Un motivo in più per andare avanti col nostro “blog/progetto” di Giarre-Riposto, e un’occasione per ringraziare la giornalista Maria Gabriella Leonardi, che ci ha voluti citare! :-)