domenica 13 settembre 2009

Ancora sul terreno di proprietà del Comune di Riposto in Contrada Gancia



Premessa a questa nota.

Devo dire che in questi ultimi giorni mi sono sentito più volte chiamato in ballo su contrada Gancia, sia perchè il Circolo Gramsci ha ritenuto di inserire in una sua nota una mia non bellissima effigie, scattata nel taglio del costone di quel terreno, sia perchè l'11/09 u.s. nel corso della conferenza pubblica organizzata dal Comitato per la piena valorizzazione del territorio comunale, è stato citato un blog (Giarre Riposto Blog), del quale sono uno degli autori. Per questo e solo per questo prendo parola ed espongo le mie personalissime e modestissime opinioni sull'argomento.
Nulla di speciale.
Mi sono un po' risentito quando ho sentito dire che in fondo il terreno in contrada Gancia non è niente di speciale. Niente a che vedere con le bellezze incomparabili della timpa o di altri suggestivi luoghi della Sicilia o del mondo dove vegeta la macchia mediterrana. Un appezzamento di terreno ricoperto da erbe infestanti e basta.
Che la vegetazione non fosse niente di particolarmente raro lo avevo capito anche io durante la mia visita. Sono indegno figlio di un campagnolo, ma anche nella mia botanica ignoranza mi sono reso conto che la vegetazione non poteva essere considerata "macchia mediterranea". Bastava semplicemente dirlo in cinque minuti.
Ma dire che sostanzialmente il nostro territorio non è nulla di speciale, solo per sminuire le argomentazioni della controparte, mi pare come un tizio che si da una forte martellata sull'alluce e poi, con le lagrime agli occhi e la voce strozzata dice: "in fondo non fa tanto male"!.
D'altra parte, non lo dico per campanilismo, lo dicono i fatti: chi acquisterebbe per cifre stratosferiche un terreno che non ha nulla di speciale? Sono stato sui luoghi e mi sono sembrati molto belli. Se non è così, siamo stupidi io e quel povero allocco che comprerà contrada Gancia.
Il potere inarrestabile del denaro
Sapete cosa penso? penso che sia inutile discutere di questa cosa. Chi può fermare la vendita se davvero serve a creare lavoro, investimenti, flussi turistici internazionali? Sembra tutta una discussione abbastanza accademica in cui i giochi sono stati fatti e si vorrebbe giocare alla democrazia. Si mostrano i muscoli. Si fanno conferenze. Si dimostra di avere un seguito popolare, indigeno o importato, E basta.
Chi potrebbe fermare la vendita se veramente c'è questo enorme flusso di denaro di cui si è parlato? Quale amministratore si potrebbe prendere la responsabilità politica di fermare tutto questo? Sono domande retoriche. Si giocherà ancora un po' alla democrazia e poi si farà. La valorizzazione monetaria vince sempre sulla valorizzazione delle proprie radici e del proprio ambiente, elementi che non si possono contabilizzare in cifre e partite doppie, e per questo sono rimosse dalla mente cosciente nei processi di decisione politico-economici.
Mi piacerebbe che ci tenessimo strette le nostre anime.
A questo punto però sento l'obbligo di avvertire tutti sui pericoli e sulle controindicazioni della svendita della propria anima (che considero cosa diversa dalla semplice vendita di un terreno). Non mi piace come sta diventando la nostra società e, nel suo piccolo, non mi piace come sta diventando Riposto. Un'amministrazione di giovani dovrebbe anche avere un qualcosa in più che funga da anticorpo a certi vizi del passato, ma allo stesso tempo rendersi conto che senza il nostro passato di terra e di mare, non siamo nulla. La totale rinuncia ai terreni agricoli a ridosso del mare e alla possibilità di restaurare un angolo di territorio dove vegeti la macchia mediterranea, significa anche rinunciare alla nostra storia a quello che siamo stati per secoli. Il turismo? Puntare solo sul turismo, secondo me, significa barattare un'anima di contadini, pescatori e marinai con un'anima da camerieri. Capisco il lavoro e i soldi, non sono un utopista, ma l'amministrazione pensa veramente di rendere di nuovo grande la nostra cittadina cedendo tutto questo territorio per farne attrezzature turistiche che probabilmente saranno escluse completamente dal godimento della popolazione?
Alcune domande all'Amministrazione di Riposto
C'è chi accusa il Sindaco di Riposto di non rispondere alle domande. Anche io ho alcune da porne, ma ovviamente non pretendo alcuna risposta.
Le domande danno per scontato (giochiamo a carte scoperte...) che l'Amministrazione abbia già deciso di vendere il terreno e che nulla potrà farla tornare indietro, specie quando saranno calati gli assi degli investimenti e dei posti di lavoro.
1. Credo di aver capito dal naturale sviluppo delle mappe del piano regolatore mostrate il 11/09 u.s. a cosa dovrebbe essere accorpato il terreno in contrada Gancia, una volta venduto. E' possibile una posizione ufficiale del Comune su questo argomento?
2. Ci sono garanzie che la fascia costiera di 150 metri di assoluta inedificabilità resti in qualche modo fruibile dai cittadini del Comune di Riposto e dai visitatori, o nessuno di noi straccioni sarà ammesso ad entrare in queste realizzande opere da ricchi?
3. A quali opere pubbliche e con quale priorità saranno destinati gli introiti della vendita di contrada Gancia? C'è la possibilità che con parte del denaro in questione di istituire un parco suburbano dove ricreare un piccolo angolo di macchia mediterranea? C'è la possibilità di realizzare una vera e propria politica comunale di risparmio energetico e di produzione di energia alternativa (eolico - solare), con evidenti risparmi per le spese correnti del Comune e per la produzione comunale di CO2?
4. Domanda agli amministratori: Se fra vent'anni il terreno in contrada Gancia sarà interamente ricoperto da una colata di cemento,i soldi introitati dal Comune saranno stati già tutti spesi, il Comune sarà di nuovo pieno di debiti e voi avrete fatto quanto meno la figura degli ingenui, possiamo venirvi a cercare a casa? Ovviamente scherzo: fra vent'anni non potrei avere l'energia per fare del male a nessuno.
Ma le nuove generazioni cosa avranno in eredità? Dove se ne potranno andare se la "casa" in cui abitano sarà diventata del tutto inabitabile? Questa cosa dei milioni di euro con cui tutti si riempiono la bocca, diventerà il classico biblico piatto di lenticchie?
Spero di no. Ma ho anche poca fiducia.

Saluti a tutti
Isidoro Bonaventura

venerdì 14 agosto 2009

Raccolta dell'umido a Giarre

Cos'è l'umido?

Il termine umido (vedi qui)si riferisce alla frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Grazie alla sua natura organica, può essere utilizzata nella produzione di compost. A titolo esemplificativo, rifiuti umidi sono gli scarti di verdura, avanzi di cibo, frutta, fondi di caffè, pane vecchio, ..ma anche (e qui copio da questo sito) carta bagnata o unta (carta assorbente da cucina), gusci d’uova, filtri di the e camomilla, fondi di caffè, fiori recisi, foglie di piante domestiche, piccoli quantitativi di erba e foglie, pane raffermo, escrementi di piccoli animali, fazzoletti di carta usati.
Da sapere: questo tipo di rifiuto organico, opportunamente e naturalmente trattato, produce prezioso humus, vale a dire concime organico, il cosidetto Compost che può essere utilizzato non solo in agricoltura ma anche per la concimazione di piante, fiori, ecc. Ciò permetterà di ridurre notevolmente il rifiuto che va a finire in discarica con un considerevole vantaggio sia per l’ambiente che per il portafoglio, considerando che in peso la parte umida del rifiuto è circa un terzo del totale. Con 3 kg di rifiuto umido si ottiene 1 kg di compost. Da non fare: non introdurre mai questa tipologia di rifiuto tra l’indifferenziato (rsu), cioè tutto quello che non può essere conferito nella raccolta differenziata.
...
Ecco, detto questo, chiarito cos'è l'umido, perchè differenziarlo e a cosa serve, va da sè che non ci dispiace affatto leggere, indizi di possibili inizi (consentitemi il gioco di parole, ma è solo per rendere l'idea di un cauto entusiasmo..) di questo tipo di raccolta differenziata anche a Giarre! Sarebbe anche ora!
Copio per intero l'articolo de "La Sicilia" del 12/08/2009 (qui il link)
Primo incontro tra Francesco Rubbino, presidente dell’Ato Joniambiente, il Cda dell’Ato e l’amministrazione comunale di Giarre, per la quale era presente l’assessore all’Ecologia, Piero Mangano. Tra i temi affrontati e le decisioni prese, annunciate novità sul fronte della raccolta dell’umido: sarà coinvolta il 10% della popolazione dei 14 Comuni. Progetto sperimentale. «Nelle aree facilmente raggiungibili, nelle abitazioni con giardino annesso - ha detto Antonello Caruso, vicepresidente dell’Ato - si procederà con il ritiro dell’umido». A Giarre saranno coinvolti viale Aldo Moro, via Orlando, via Pellico, via Vasta, via Pertini, via Berlinguer e via Olimpia. Decisa anche la notifica, alle grandi utenze, di un’ordinanza sindacale con la quale si vieterà di conferire nei contenitori per l’indifferenziata carta, cartone, scarti di verdura e rifiuti biodegradabili e saranno comunicati orari e modalità di ritiro dell’umido. Amministrazione e Cda concordi poi nel prevedere un nucleo di polizia urbana dove saranno messi a disposizione, da Giarre, anche 2 vigili urbani. Sul centro comunale di raccolta, "che Mangano ha sottolineato di voler realizzare a Trepunti", annunciato un incontro all’Arra, per settembre, tra Comune e Ato per rivedere il progetto. ELE.COS.
...
Già nel dicembre scorso leggevamo dalle pagine dello stesso quotidiano che i comuni dell'Ato CT1, da Riposto a Bronte, stavano sperimentando in quei giorni con la Joniambiente, la raccolta dell'umido per il compostaggio, limitatamente alle grandi utenze, come il mercato ortofrutticolo, fiorai, ospedale, mense, ecc..Insomma non ancora le abitazioni. Adesso, se si avvierà la raccolta dell'umido anche dalle abitazioni, sia pure in una zona ancora ristretta, si farà un ulteriore passo avanti nella differenziazione dei rifiuti, che se esteso a tutta la cittadina ed a quelle limitrofe, e se portato a regime, consentirà un consistente risparmio della quantita di rifiuti indifferenziati da smaltire e la possibilità di ricavare a basso costo concime in ambito agricolo e per il giardinaggio, quindi un risparmio consistente anche per il portafoglio.

venerdì 31 luglio 2009

Vedute "tipiche" :-(

Facendo seguito all'articolo di Salvo Sessa, apparso sulla Sicilia di oggi, ho cambiato la data a questo post de "la giarrese" del 10/07/2008, sulla situazione di sporcizia e di degrado del Molo Foraneo del Porto di Riposto. (in calce copia dell'articolo di Sessa apparso su LA SICILIA del 31/07/2009)
Se si guarda a sinistra, entrando al porto, la prima immagine è quello che si vede all'imbrunire: una cartolina!
Se invece si guarda a destra, e si vuole salire al faro, sul camminamento di sopra del porto vecchio, ciò che si vede sono le rimanenti tre immagini. Ora, io dico, a parte i disservizi della società che gestisce la nettezza urbana, e a parte le colpe del Comune ( o dell'Ente Porto, o della Capitaneria, o chessò io), quella che si vede è spazzatura lasciata da chi se ne va al porto la sera, a mangiare una pizza, e bere qualche birra !! :-((



Io vado spesso al porto di Riposto, quello vecchio, mi piace tantissimo. Ma quello che vorrei vedere è ciò che si vede nella prima foto. Il resto, frutto della maleducazione di tanti concittadini, NON VORREI MAI VEDERLO!

Queste foto le ho scattate qualche giorno fa. Se ci andate ora, vedrete la stessa spazzatura, sparsa in giro dal vento, e più sminuzzata.
Purtroppo penso che dopo sabato prossimo, ce ne sarà dell'altra..oltre a quel che resta di questa qua :-((
Una giarrese.
(Post del 10/07/2009)

============================
Da LA SICILIA del 31/07/2009
riposto
Un affascinante viaggio nel passato

Non rappresenta un buon biglietto da visita per i turisti in piena stagione estiva, il molo foraneo del porto di Riposto, invaso da immondizie di ogni sorta: cartacce, cartone, cordame, cassette di legno utilizzate per il trasporto del pesce, fusti di olio accatastati l'uno sull'altro, bottiglie di vetro e di plastica, lattine, scarti di pesce. «Mi chiedo: chi sono i responsabili - osserva una delle tante persone che amano passeggiare sulle banchine portuali - di tanto degrado? Il molo foraneo in queste condizioni di abbandono è un'offesa alla nostra città, che punta sul turismo».
I responsabili di tale stato di degrado, o meglio dire il responsabile, ha una precisa denominazione. Si tratta dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici, che da anni - la giustificazione dell'Ente è la mancanza di fondi - non riesce a bandire la gara per l'espletamento della pulizia e la raccolta dei rifiuti in ambito portuale. Solo grazie ai buoni rapporti tra il locale Circomare e il Comune di Riposto, di tanto in tanto la massa di rifiuti viene tolta dalle banchine portuali. L'Ufficio circondariale marittimo di Riposto, nel corso degli anni, ha più volte sollecitato la Regione a intervenire, bandendo la relativa gara d'appalto. «Non ci sono fondi»: stessa risposta ripetuta negli anni. E' toccherà sempre all'Amministrazione regionale bandire la gara d'appalto per la raccolta e gestione dei rifiuti, da affidare a una ditta privata, come previsto dal relativo piano approvato di recente dal comandante del Circomare, tenente di vascello Cesare Spedicato. Tale piano, infatti, sarà reso esecutivo con un'apposita ordinanza solo dopo la concessione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Salvo Sessa

mercoledì 15 luglio 2009

Contrada Gancia



Contrada Gancia: un piccolo angolo di paradiso naturalistico tra Carrubba e Archi, che non ha niente da invidiare alla Timpa acese, basta guardare le bellissime immagini.(quelle che vedete sono tutte tratte dal sito internet del WWF Jonico-Etneo . Altre belle e recentissime immagini nel Trovacose dell'Etna )


Com'è noto è intenzione del Comune venderla (rendendone possibile la cementificazione) e fare cassa per investire in opere ancora da decidere.
A questo proposito abbiamo scelto in questo blog, perchè ne condividiamo le posizioni, di fare
da specchio a quanto pubblicato dal sito del locale WWF .
In particolare abbiamo inserito qui di seguito
:
1)la posizione su Contrada Gancia espressa dal WWF di Giarre e Riposto e condivisa anche da altre associazioni della società civile locale
2) un bell'articolo, firmato, dal titolo "La Gancia e i sogni"
..||..

Perché siamo contrari alla cementificazione di Contrada Gancia

Eccoci qua, di nuovo in prima linea per la difesa del nostro territorio e della nostra costa. La questione attuale è di grande importanza, perché a rischio è una delle zone più belle rimaste:

la costa a ridosso del Chiancone di Praiola.



Zona unica per le sue caratteristiche geologiche e paesaggistiche, una falesia, che si staglia nettamente con i suoi 25 metri di altezza a ridosso della battigia. Quello che colpisce noi ma anche tutte le persone che come noi sono amanti dei luoghi naturali, è la straordinaria bellezza paesaggistica di questo tratto di costa.

Una terrazza sul mare con una vista centralissima del nostro vulcano.


Un terreno, composto quasi esclusivamente da frammenti di rocce vulcaniche, denominato “chiancone” che qui si è fermato per aver incontrato il mare. Un terreno originatosi da quei movimenti che hanno determinato la formazione della Valle del Bove che proprio da Contrada Gancia si può osservare in tutta la sua larghezza, in tutta la sua bellezza.

Oggi la parte immediatamente a monte è una distesa di cardi con lembi di vegetazione mediterranea e qualche particolarità vegetale, anni di abbandono hanno degradato l’area; ma pensate a undici ettari di bosco mediterraneo, intersecato da sentieri naturali dove il visitatore può scorgere l’imponente mole dell’Etna e dall’altro lato il blu del Mare Jonio.

Basterebbe poco per fare di Contrada Gancia un sito veramente esclusivo!!!! Un parco sub-urbano da lasciare in eredità alla future generazioni. Altre amministrazioni con amministratori lungimiranti farebbero di Contrada Gancia uno dei punti di forza per la valorizzazione del proprio territorio, qui forse si farà l’ennesima colata di cemento, l’ennesimo scempio edilizio sia che si tratti di alberghi, di case o di altro.

Noi siamo totalmente contrari alla vendita di Contrada Gancia a privati, perché siamo fermamente conviti che i nostri interessi non coincidano con quelli di un acquirente. Per questo ci siamo costituiti insieme ad altre associazioni presenti sul territorio, ma anche insieme a tanti cittadini di Riposto in un:

Comitato per la salvaguardia di Contrada Gancia

per questo invitiamo tutti quanti a visitare la zona e ad aiutarci a difenderla.

Il WWF Jonico - Etneo

...||...

LA GANCIA E I SOGNI

Abbiamo un sogno.

Che non sparisca il terreno agricolo che circonda le nostre città per lasciare il posto a condomini, villette e villettine, in ordine sparso o a schiera, resort, complessi turistico - alberghieri, bed end breakfast, agriturismi, per i quali spesso è sufficiente ristrutturare l’esistente. Che non sparisca il verde sommerso dal cemento.

Abbiamo un sogno.

Che non spariscano gli spazi pubblici naturali dove correre giocare passeggiare fare picnic; respirare aria pura ascoltare il silenzio leggere pensare; vivere l’esperienza della bellezza.

Abbiamo un sogno.

Che anche da noi si possa dire che esistono i parchi ”mangia Co2”, come quelli che stanno sorgendo in tutta Italia, anche in Sicilia (dieci ettari contro i gas serra creati da Legambiente e Kyoto Club sulle Madonie). Che anche noi contribuiamo a difendere il clima, concretamente non a parole.

Eppure, ci viene detto, tutto questo è destinato a rimanere un sogno. Cambia, è già cambiata la destinazione d’uso dei terreni agricoli, ora divenuti dappertutto edificabili, i Comuni lucrano sull’ICI, il cemento trionfa.

Ma il Comune di Riposto va oltre. Entrato in possesso anni fa di un terreno in contrada Gancia (11 ettari in un luogo, ricordiamo a chi non lo conoscesse, di grande bellezza paesaggistica e importanza naturalistica) a seguito di esproprio per lottizzazione abusiva di privati decide di lottizzare, secondo le regole stavolta, in proprio.

E il parco tematico di cui si parlava al momento dell’esproprio? Era solo la motivazione nobile di tutta l’operazione, con tanto di forum dei cittadini, proposte e controproposte? Era solo un’illusione?

Noi a questa illusione abbiamo creduto, crediamo ancora.

Ai realisti che ci ammoniscono e parlano di valorizzazione e di investimenti in altri campi ricordiamo che la terra non edificata, il verde, soprattutto quello pubblico, sta diventando bene sempre più raro. Di qui il suo valore, non reintegrabile una volta perduto, di qui l’esigenza di tutelarlo, soprattutto in quella prospettiva turistica da più parti invocata.

Questo per noi è il vero investimento prioritario, quello che tutela la natura, il pubblico, il bello. Sarebbe una beffa che unluogo così suggestivo e così naturalisticamente importante, già sottratto alla speculazione privata, vada nuovamente perduto per i cittadini!

A chi ci chiede progetti concreti rispondiamo che prima va condiviso il sogno, l’idea di sviluppo che esso contiene.

Se si è realizzato altrove, può ben realizzarsi a Riposto!

(Paolo Daniele)

venerdì 29 maggio 2009

Prevenzione del rischio sismico: gli adempimenti e la situazione nel giarrese

Dopo la tragedia del terremoto di Abruzzo la sensibilità verso i problemi connessi al rischio di terremoti è notevolmente aumentata. Ancor più dalle nostre parti, dove la terra è "ballerina" di suo, come sappiamo. In questo clima di maggiore attenzione verso questi problemi, e dopo la scossa del 13 maggio scorso con epicentro vicino S. Venerina, particolarmente avvertita a Macchia di Giarre, nella zona della faglia di Fondo Macchia, è maturato il mio interesse, come cittadina, di approfondire alcuni aspetti relativi alle attività di prevenzione del rischio sismico nella nostra zona.
Come ho già detto in questo blog rispondendo a due interessanti commenti al post di Isidoro "Protezione Civile" a Giarre, nel caso si verificasse un evento sismico rilevante, io mi sentirei più sicura se sapessi che tutti i soggetti locali preposti alle attività di protezione civile, sapessero bene cosa fare, avessero cioè già previsto e coordinato il "chi", "come", "dove", ecc..delle rispettive azioni, in modo da lasciare l'organizzazione dell'emergenza il meno possibile all'improvvisazione, al pressapochismo e alla superficialità. E mi sentirei inoltre più sicura se fossi informata sulla portata dei rischi che corro e se le azioni di prevenzione fossero rese note, ed in modo chiaro, ai cittadini
Penso sia giusto sapere.
Tuttavia la stampa e le nostre istituzioni hanno detto, e dicono, poco e niente al riguardo. Tutta l'attenzione è stata concentrata sull'Abbruzzo. Ed anche dopo la scossa locale del 13 maggio scorso, solo poche parole, ed una scarsa informazione. Su Giarre due soli scarni comunicati stampa del sindaco. Poco e niente sappiamo, da semplici cittadini, degli adempimenti istituzionali in materia. E ancor meno se siano stati fatti tutti i rilievi tecnici sugli edifici a rischio, e soprattutto, se si sia provveduto a metterli in sicurezza, o se, perlomeno, si stia già provvedendo. Perchè queste sono le cose che contano, e che è importante sapere, io ritengo, non tanto, o non solo, vedere chiuse le scuole di Giarre per un giorno (peraltro quello successivo alla scossa del 13 maggio), se poi non è chiaro cosa sia stato fatto prima e dopo, se il rischio sismico è attenzionato davvero anche in "tempo di pace", e se si sta provvedendo alla sicurezza...
Anche "girando" in internet si cava poco, nel senso che non è semplice, da profani, mettere insieme tante notizie sparse qua e là e riunirle in un quadro unitario che fornisca un'idea di quella che dovrebbe essere la situazione attuale, se le leggi fossero applicate, e di quella che è, invece, essa di fatto. Io ci ho provato,ho cercato di capire meglio.
Vi riporto quello che ne ho tratto.
Dal complesso della normativa nazionale e di quella della Regione Siciliana ( in calce riporto tutti i relativi riferimenti ) i Comuni, fin dal 1998, debbono redigere i piani comunali di emergenza di protezione civile, per le varie tipologie di rischio, ovviamente incluso il rischio sismico. In tali piani vanno individuate le aree di attesa, quelle di ammassamento delle risorse, nonchè quelle per il ricovero e gli attendamenti, queste ultime opportunamente predisposte con apposite opere di urbanizzazione. L'approvazione di un piano specifico di emergenza per il rischio sismico risulta tanto più un fatto di notevole importanza, se si pensa che TUTTI i Comuni della provincia di Catania sono stati classificati ed inseriti nella ZONA 2, cioè a rischio sismico abbastanza elevato, secondi solo a quelli della zona 1, che è quella a più forte rischio di terremoti distruttivi. ( O.P.C.M. 3274 del 20 marzo 2003 e D.D.G n.003 del 15 gennaio 2004 del Dipartimento regionale di Protezione Civile, che ha reso esecutiva in Sicilia la classificazione sismica dei Comuni siciliani).
Detto cio, se ne dedurrebbe che a Giarre ci debba essere già un tale piano di emergenza, come anche negli altri Comuni del catanese..Ebbene, così non è: tutti e 58 i Comuni della provincia di Catania sono inadempienti al riguardo: nessuno ha adottato uno specifico piano di emergenza di rischio sismico. Qualche piano c'è, anche a Giarre, ma specifico per altri tipi di rischio. (è di ieri, 28 maggio, ad esempio, la notizia di stampa relativa alla predisposizione del piano di emergenza incendi).
Insomma, vi sono singole azioni, interventi isolati, e/o vecchi e generici piani, come quello di protezione civile di Giarre del 1998, linkato nel post di Isidoro soprarichiamto, ma non c'è , fino a prova di smentita, nessun piano organico aggiornato di prevenzione specifica del rischio sismico! Tant'è che, relativamente alla nostra zona, non se ne trovano tracce su internet, e tant'è che dei solleciti in tal senso pare siano stati già recapitati ai Comuni dopo l'allarme creatosi con i recenti fatti d'Abbruzzo.
Perchè simile inerzia? Cosa si aspetta? Che muoia qualcuno per provvedere?
Possibile che, anche in questo caso, si pratichi la solita, tipica, gestione delle nostre Amministrazioni, di perpetuare la routine burocratica, aspettando di risolvere le cose sulla spinta dell'emergenza? Confidando sempre solo nella fortuna? O in qualche santo?
Purtroppo pare di si!
Certo non solo i Comuni hanno obblighi, vi sono anche altri soggetti chiamati a provvedere, pensiamo alle scuole, agli ospedali, alle caserme, ecc.. Questi, rispetto ai nostri Comuni, sembrano essere un pò più sensibili all'argomento. Ad esempio in alcune scuole sono state disposte in passato varie esercitazioni, e sono stati approntati gli schemi di evacuazione, ecc..Ma, sapere che quella che manca è proprio la "regia" del Comune, non è confortante!
Ad oggi, a Giarre, non solo non abbiamo questo piano, ma non siamo nemmeno stati informati, almeno non in modo chiaro ed esaustivo, nè sui comportamenti da tenere in caso calamità conseguente a terremoto (dove andare, a chi rivolgersi, cosa portare, ecc..) nè se sia stato stilato ed aggiornato un elenco sia degli edifici a rischio che dei relativi interventi di consolidamento, attuati o programmati.
Dieci anni fa, voluto dall'allora sottosegretario di stato alla protezione civile, Franco Barberi, era stato condotto un censimento sulla vulnerabilità degli edifici in Italia, e per la nostra regione, nella Sicilia orientale. Ne sono state trattte delle belle pubblicazioni e dei dati , di cui si è tenuto anche conto nell'esercitazione EUROSOT 2005 per costruire la mappa della vulnerabilità e per fare le previsioni dei danni in caso di terremoto simile a quello che distrusse Catania nel XVII secolo, ma cosa ne è stato di quei dati? Sono serviti solo a riempire gli scaffali di polverosi archivi?
Insomma, da questo mio tentativo personale di capire e documentarmi ne ho tratto un quadro sconfortante, fatto di scarsa trasparenza e di inerzia istituzionale, soprattutto locale. Ed il fatto che Giarre non sia l'unico Comune che disattende a tali compiti non mi consola affatto, anzi..
Penso che noi cittadini dovrenmmo pretendere la prevenzione e l'informazione in questo settore dai nostri amministratori.
A Catania, ad esempio, si ha notizia di una organizzanda petizione per chiedere al Comune di rendere noto l'esito del censimento fatto nel 2007 sugli edifici vulnerabili. (qui il link all'articolo da cui ho tratto la notizia).
Infine, sempre per concentrare la mia attenzione sulla territorio di Giarre, ci sarebbe in particolare da chiedersi, anzi, da chiedere alla nostra Amministrazione Comunale, se alcuni edifici cruciali, come il Teatro Rex, o il Liceo socio-psico-pedagogico, o l'Istituto Verga, o stesso Ospedale, si possano dire, in tutta serenità, edifici sicuri..
In ultimo, tanto per avere meglio idea di come siano andate le cose nel nostro capoluogo di provincia, in materia di protezione civile e di prevenzione, metto il link ad un altro intressante articolo da cui emerge che a Catania i fondi, che pure non mancavano, per mettere in sicurezza gli edifici più a rischio siano stati stornati per altre opere...Ed è facile dedurre che anche in tanti altri Comuni le cose non vadano molto diversamente..

Nota a margine - la normativa
Legge n.225 del 24 febbraio 1992; D. legsl. n. 112 del 31 marzo 1998; legge regionale n. 14 del 31 agosto 1998 - O.P.C.M. n.3274 del 20 marzo 2003 - D.D.G. n. 003 del 15 gennaio 2004 delDip. Regione Sicilia di Protezione Civile; D.D.G n.1372 del 28 dicembre 2005 del predetto Dipartimento e, infine, intesa tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano e le Autonomie Locali sugli "Indirizzi per prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di rischio connessi alla vulnerabilità di elementi anche non strutturali ngli edifici scolastici" sancita nella Conferenza Unificata nella seduta del 28 gennaio 2009 .

giovedì 7 maggio 2009

Una buona notizia: il TAR ha sospeso la doppia tassa sui rifiuti 2008

I giarresi avevavo ragione, la tassa sui rifiuti 2008 che il Comune di Giarre voleva pagata due volte - avendo determinato quel tardivo aumento contestato in massa - era illeggittima. Il TAR l'ha sospesa dopo il ricorso della Confconsumatori.
Domani mattina, in Via Rosolino Pilo, 34, presso la locale sede della Confconsumatori si terrà la conferenza stampa in cui verrà spiegata meglio la questione, dall'esito sperato.
Intanto, da giarresi, almeno per questa cosa, penso che possiamo stare più tranquilli.

A margine una piccolissima considerazione, peraltro ovvia, ma non inutile, credo. Se, come per questo problema concreto, ci mobilitassimo e ci attivassimo più spesso, dimostreremmo maggiore maturità, come cittadini, e potremmo smettere una buona volta di vestire i panni delle vittime, passive e parlare invece di responsabilità e di diritti. Non credete?
Qui il link alla pagina della Confconsumatori

lunedì 13 aprile 2009

Protezione civile a Giarre

A distanza di quasi un anno e, dopo i tragici fatti d'Abruzzo, ho deciso di fare questo repost.
Mi sembra che non sia cambiato nulla e che un piano di protezione civile che non viene aggiornato dal 1998, sia una cosa impresentabile. Cosa succederebbe ai cittadini giarresi in caso di calamità paragonabile o peggiore di quella di questi ultimi giorni. Ci dobbiamo affidare sempre e comunque alla buona sorte?




Ho trovato sul sito del Comune di Giarre il piano di emergenza comunale in formato pdf che linko qui.
Pur essendo la nostra una zona altamente a rischio, sia a causa di eventi sismici, sia a causa di eventi idrogeologici e vulcanici, non nutro molta fiducia che, in caso di emergenza, tutti sappiano esattamente cosa fare e dove trovarsi.
Tra l'altro, qualche tempo fa un mio amico mi fece notare che la struttura che ho fotografato (che è ubicata in una delle più celebri incompiute di Giarre: il campo di polo), potrebbe essere a rischio di accessibilità in caso di terremoto. Vi si accede infatti da una via privata abbastanza stretta delimitata da un muro che non sembra proprio a prova di terremoto. Eccolo:


Spero che i tecnici abbiano tenuto conto della possibile ostruzione dovuta a crollo del muro in caso di terremoto, anche se effettivamente il muro screpolato e "antico", da questo punto di vista, è abbastanza inquietante...

Saluti a tutti

Isidoro Bonaventura

P. S. Invio il link di questo post anche all'indirizzo email del Comune di Giarre servizio.protezionecivile@comune.giarre.ct.it nella speranza di poteredare presto anche qualche notizia positiva.

(postato per la prima volta il 24/07/2009)

domenica 5 aprile 2009

Finanza etica: non è un ossimoro

La crisi economico-finanziaria è globale, nessun Paese ne è immune e tutti ne facciamo i conti. Le banche sono in crisi, le piccole e medie imprese pure, per non parlare dei lavoratori e delle famiglie, che se già faticavano a tirare avanti, trovano adesso molte più difficoltà a poter accendere un mutuo.
Eppure in questa situazione c'è una banca in controtendenza, i cui titoli rendono, che presta soldi anche per progetti ecologici o di edilizia popolare o per immigrati, che applica tassi di interesse inferiori al 2% e che arriva a finanziare anche il 100 % dell'importo della casa! Si tratta di Banca Etica. Ne parlo non per fare pubblicità ad una banca piuttosto che ad un'altra, ma perchè è importante, a mio avviso, che si conosca una simile realtà positiva. L'idea di fondo è etica, e non solo:funziona! Nata nel 1999, ha compiuto 10 anni. E' il frutto degli sforzi di agenzie del terzo settore di varia estrazione, dalle ACLI all'ARCI che hanno investito nella fiducia alle imprese ed ai lavoratori, preoccupandosi meno delle altre delle famose garanzie, e dimostrando, nei fatti, che il credito alle idee serie paga più di fumose credenziali. La percentuale di somme non restituite è infatti bassissima: 0,45 %. Vi metto il link al sito di Banca Etica. Purtroppo da una rapida occhiata alle sedi, ho visto che nella Sicilia orientale non ce ne sono (ce ne è solo a Palermo ed Agrigento). Però, proprio per questo, secondo me, occorre che le idee circolino e che si faccia opinione e pressione anche su queste cose, sì da avere contagiare positivamente anche il nostro territorio.
Saluti a tutti,
Nancy
P.S. Le notizie sono tratte dall'articolo di Paolo Casicci "La crescita della Banca Etica dà credito all'Etica" su "Il Venerdì" di Repubblica del 3 aprile 2009.

lunedì 30 marzo 2009

Amministrazioni locali: liberarsi dalla pigrizia mentale si può!

Pigrizia, chi non è immune? Nessuno, ma un conto è quel pò di pigrizia come dire "fisiologica" che prende ad ognuno di noi, ogni tanto, e un altro è una gestione amministrativa locale fondata sulla pigrizia, sulla ripetizione del "precedente"! C'è un problema da affrontare? Si fa come si è sempre fatto! Questa è la guida che sembra "illuminare" (!!) i nostri amministratori, per cui anche senza voler pensare al malaffare, si sprecano fondi ed energie così, facendo e rifacendo le cose allo stesso modo. E intanto i problemi non si risolvono, ma si aggravano e, addirittura, se ne possono generare alri. Ma è possibile liberarsi da questa pigrizia-dipendenza? SI! E non a chiacchere, ma con i fatti! Ci sono riusciti in alcuni Comuni d'Italia e, prima o poi, seguendo gli esempi virtuosi, dovrebbero pur riuscirci i nosti amministratori, e noi prima di loro che li scegliamo e valutiamo!
Il caso dello sfascio e del disastro finanziario di Catania è sotto gli occhi di tutti. E non si pensi che il caso Catania sia un caso limite..Si forse lo è per proporzioni, ma i nostri Comuni, nel loro picolo e modestamente, sono avviati su strade simili..
I Comuni virtuosi italiani esistono, prendiamoli ad esempio! Le loro linee guida sono concrete, semplici e attuabili. Cinque le linee di azione su cui si fonda l'operato dei comuni virtuosi:
1) gestione del territorio
2) impronta ecologica della macchina comunale
3) rifiuti
4) mobilità
5) nuovi stili di vita.
Eccovi un video con l'intervista a Marco Boschini dell'Associazione dei Comuni Virtuosi, che rende meglio di qualunque mia parola e che spiega bene ogni punto. Una cosa più di altre mi ha colpito, oltre all'aver individuato la pigrizia come ostacolo: l'importanza di non svendere territorio e patrimonio per pareggiare il bilancio - dice Boschini (per fare cassa, direi io, pensando ai nostri comuni eternamente al verde) ma di riconvertirlo, recuperando e reinvestendo.



sabato 28 marzo 2009

60 Earth Hour

Oggi, 28 marzo 2009, è la 60° Earth Hour, la giornata mondiale del black-out volontario in difesa del nostro pianeta. Anche Giarre e Riposto partecipano a questo evento che riguarda tutti noi.
Dalle 20,30 alle 21,30 si spegneranno le luci di Piazza Duomo a Giarre e Piazza S.Pietro a Riposto, oltre a quelle di altri paesi vicini, insieme a quelle di tante città del mondo.
Copio-incollo dal sito ANSA un breve cenno per capirne di più

"La Earth Hour o Ora della Terra, il black-out volontario di un'ora (dalle 20,30), delle luci di casa, dei locali, e dei gioielli artistici e architettonici del mondo, conta quest'anno su un miliardo di partecipanti in 2848 città di 83 paesi, fra cui oltre 60 capitali. Gli organizzatori del Wwf affermano che spegnere la luce per un'ora sarà un referendum mondiale, che manderà un potente messaggio collettivo sull'importanza dell'azione per combattere il cambiamento climatico. Specie in vista del vertice di dicembre a Copenaghen, dove i leader del mondo dovranno formulare una strategia comune e forte contro il riscaldamento globale. Il gesto serve anche a ricordare che tutti debbono riflettere su come consumano energia, e modificare le abitudini quotidiane per consumare meno. Per molti poi sarà l'occasione di una serata romantica a lume di candela, mentre gli astronomi raccomandano di studiare le stelle, nel cielo notturno finalmente indisturbato dalle luci della città."

Il WWF, sezione Gruppo attivo "Toni Pagano" di Giarre-Riposto, sarà in Piazza Duomo dalle 18 alle 20,30. Qui il link al sito WWF di Giarre, compreso il link alla pagina dedicata all'articolo uscito su "La Sicilia" del 25 marzo scorso

venerdì 6 marzo 2009

Il ponte secondo me

A distanza di qualche mese ribadisco quali sono le questioni che mi fanno assumere una posizione, individuale anche se ininfluente, a sfavore della costruzione di un ponte sullo stretto di Messina:
- Impatto ambientale: rovina paesaggistica di uno dei panorami più belli del mediterraneo. Spostamento di un milione di metri cubi di materiale.
Certo magari per alcuni sarà una questione opinabile e forse è stata infelice la scelta di inserirlo al primo posto in questa classifica di "contro" al ponte, tuttavia non credo che la salvaguardia dell'ambiente naturale sia seconda a nessuna delle altre argomentazioni contro. D'altra parte si può parlare di ponte come attrazione turistica? Si, forse si. Ci saranno dei curiosi che verranno a guardare, tuttavia non accetto il paragone con strutture come la Tour Eiffel, e altri casi di questo genere, che nacquero già inserite in un ambiente urbano. Il ponte di Messina avrebbe invece l'aspetto di due giganteschi chiodi, collegati da cavi d'acciaio, conficcati in un ambiente ancora limitatamente antropizzato.
- difficoltà e pericoli nella fase di costruzione (per esempio, cosa succederebbe alla struttura se vi fosse un terremoto durante la fase di costruzione?). Ripeto di non essere un ingegnere, tuttavia credo (dopo qualche lettura in proposito) che un terremoto in fase di costruzione avrebbe effetti ben più devastanti di un evento a struttura ultimata. Qualcuno potrebbe dire che il terremoto del 1908 ci mette al riparo da eventi di tal genere per diverse centinaia di anni. Questo mi sembra un esempio di logica antiscientifica, in quanto una zona sismica è una zona sismica e, anche a distanza di pochi anni, possono accumularsi energie sufficienti a un evento sismico disastroso. D'altra parte gli eventi che hanno interessato la Calabria nel 1638 e 1693 (vedi qui) dovrebbero fare riflettere sulla non prevedibilità dei tempi di ritorno dei terremoti.
- antieconomicità dell'investimento e sovrastima dei flussi di traffico. Anche qui, dopo qualche lettura mi sono convinto che il ponte sia un investimento antieconomico. D'altra parte anche il buon senso dice che collegare due sistemi di infrastrutture largamente insufficienti tramite un prodigio dell'ingegneria sarebbe come collegare due colli di bottiglia attraverso un traforo.
• Usi alternativi dei fondi pubblici: nell’ambito di previsioni realistiche dell’andamento dell’economia e dei traffici, i maggiori benefici sociali si hanno riducendo l’impegno delle finanze pubbliche e lasciando l’accesso al Ponte soggetto a pedaggio
Nonostante i risultati manifestino un’inesistente validità trasportistica del Ponte sullo Stretto di Messina la decisione di realizzare questa infrastruttura può prescindere dagli esiti dell’analisi costi – benefici e considerare la modifica della rete infrastrutturale con il collegamento stabile, come un intervento animato da altre motivazioni, la cui trasparente giustificazione rimane di esclusiva competenza politica. (Vedi qui)
Inoltre riporto un altro brano trovato qui:
In sostanza, per far viaggiare le merci su distanze superiori a 500 – 700 km (Ragusa e Milano, ad esempio, distano 1.400 km ) il trasporto su gomma perde la sua convenienza a favore di altre possibilità come quelle offerte dall'alternativa multimodale. Con le autostrade del mare, come la linea già esistente Messina – Salerno, ad esempio, c'è la possibilità di imbarcare i camion sulle navi facendo riposare l'autista, senza rischio di incidenti e senza inquinamento. Per alcune realtà economiche siciliane, ad esempio il settore delle primizie che vengono prodotte nel ragusano, il ponte non avrebbe alcuna utilità, perché i prodotti ortofrutticoli di pregio devono arrivare sui mercati (come quello di Milano) in tempi rapidi. Per questo a Ragusa si sta trasformando l'ex aeroporto militare di Comiso in uno scalo merci. Discorso simile può valere per il traffico passeggeri: un milanese o un tedesco che decidono di passare le vacanze in Sicilia o devono venirci per lavoro, difficilmente sceglieranno di viaggiare in macchina o in treno se hanno la possibilità – anche grazie all'abbassamento delle tariffe che si è verificato negli ultimi anni – di prendere un aereo.
- aumento dei costi di attraversamento rispetto all'attuale sistema dei traghetti
- scarso guadagno in termini di tempo di attraversamento (l'attraversamento del ponte, tenuto conto del percorso necessario per raggiungere le imboccature durerà almeno 20 minuti; il guadagno di circa 40 minuti rispetto ai tempi attuali sembra così determinante?)
- il vento (qualcuno calcola almeno 30 giorni l'anno di interdizione al traffico a causa del vento: bisogna tener conto che il vento sullo stretto spessissimo raggiunge i 200 chilometri orari e che il ponte è percorribile fintanto il vento soffia a 150 chilometri orari)
- rischio sismico e geologico: basta pensare che il ponte sorgerebbe su una faglia che corre parallela alle coste; che la Sicilia e la Calabria si divaricano di un centimetro circa all'anno, che entrambe tendono ad alzarsi sul livello del mare e, mentre la costa calabra si alza sul livello del mare di circa due millimetri l'anno, quella siciliana di mezzo millimetro. Oltre tutto esistono "deformazioni gravitative profonde che interessano il versante calabrese: praticamente tutto il versante calabrese dello stretto è in frana, la cui superficie di base è molto profonda. Ci sono seri dubbi che una massa così gigantesca come il pilone del ponte riesca a restare stabile in tale quadro geologico." (blog di Aldo Piombino)
Il post di Piombino è molto interessante perché delinea anche i come e i perché di una pratica impossibilità di attraversamento ferroviario sullo stretto. Ne riporto qui il brano che interessa sull'argomento dell'attraversamento ferroviario: "Sui problemi tecnici ingegneristici non sono molto ferrato, e mi limito ad alcuen annotazioni. Attualmente il ponte sospeso più lungo è l'Akashi-Kaikyo a Kobe-Naruto, che però è lungo “solo” 1.991 metri, era stato originariamente previsto ferroviario, poi misto sia stradale che ferroviario, infine realizzato solo stradale. Perchè?
Il ponte più lungo d’Europa, il Great Belt, collega due isole dell’arcipelago danese e fa parte di un sistema stradale e ferroviario che unisce la penisola dello Jutland con la capitale della Danimarca attraverso un viadotto in cui camminano parallelamente la strada e la ferrovia. Ma (sorpresa!!) arrivati nella prima isola, nel punto dove si deve attraversare lo Stretto di Store Bealt, le automobili continuano a passare sul ponte mentre il treno passa sottoterra attraverso un tunnel. Perchè?
A Lisbona il ponte “25 Aprile” (1.013 metri) è stato realizzato nel 1966, ma per la ferrovia c'era una corsia rimasta inutilizzata fino al 1999. Il più lungo ponte sospeso ferroviario è lungo “appena” 1300 m (ponte Tsing Ma, tra Hong Kong e il nuovo aeroporto), circa 2/3 della lunghezza dell'Akashi Kaikyo e poco più di un terzo dei fatidici 3.300 metri.
Perchè tutto ciò? Perchè ponti sospesi e ferrovie sono realtà difficilmente accoppiabili. Innanzitutto è difficile conciliare l’estrema deformabilità trasversale del ponte con la ovvia rigidità delle rotaie, non solo sulla campata, ma anche e soprattutto all’innesto fra la parte fissa e la parte mobile.
Arrivare istantaneamente a una lunghezza di 3.300 metri pare un azzardo.... "
Ovviamente io non sono un tecnico per valutare il fondamento di tutte o alcune di queste critiche che sono state opposte ai fautori del ponte, ma, nel campo giuridico, tanti indizi gravi, precisi e concordanti fanno una prova, che a me basta.

(la prima pubblicazione del post è del 03/02/2008 - voglio citare un articolo sul ponte comparso sulla rivista Newton nel 2003, reperibile sul web qui e un articolo del geologo Mario Tozzi scaricabile da qui. Mi rendo conto che ora il post é diventato anche troppo lungo. Mi dispiace: in un certo senso mi ci sono sentito tirato per la giacchetta, ma sono disponibile a studiarci e impegnarmici ancora e anche a cambiare le mie opinioni, purché mi si prospettino argomentazioni plausibili che non siano quella che dobbiamo fare il ponte perché è bello e perché, come diciamo a Catania, è spacchiusu farlo.

venerdì 27 febbraio 2009

Sull'Ato idrico

Ieri sera, al Comune di Riposto, si è svolto un consiglio comunale straordinario sul "trasferimento alla SIE spa del servizio idrico integrato". Non sono rimasto fino alla fine. Voglio comunque adempiere al mio dovere di cittadino segnalando informazioni e materiali che potrete attingere da internet. Dobbiamo sapere.
Anche perché, a dispetto del tanto invocato federalismo, i comuni vanno trasformandosi in scatole vuote, molto costose, per giunta, e la gestione di servizi essenziali, come quello dei rifiuti solidi urbani e dell'acqua, vengono trasferite d'imperio a privati o, comunque, ad enti privi di responsabilità politica.
Vorrei intanto segnalare questo articolo, ripreso dal blog di Saro Cerra: "Acqua, un affare che scotta"
Cercando, cercando, si trova che l'affidamento alla SIE del servizio idrico integrato nella provincia di Catania, è stato dichiarato illegittimo dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana e che la Regione Siciliana, per questo affidamento, è stata "rimproverata" dal Garante antitrust. Riporto letteralmente:
l'ultimo caso dell'ATO Catania 2 riguarda l'affidamento del servizio idrico integrato effettuato nei confronti di una società con capitale interamente detenuto dalla Provincia di Catania, cui ha poi fatto seguito una controversa gara per la selezione di un socio privato che ne rilevasse il 49%, e che nuovamente riproponeva la questione della commistione tra gestione di servizi e realizzazione di opere. Al proposito, risulta come il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia abbia statuito l'illegittimità dell'affidamento (sentenza n. 589/06 del 27 ottobre 2006), ma la pronuncia non avrebbe poi dispiegato effetti in quanto non ne sarebbe stata richiesta l'esecutività a fronte di un sopravvenuto accordo tra Consorzio e amministrazione provinciale competente. (fonte: http://www.lavoripubblici.it/)
Molto interessante, anche se di difficile lettura, mi è sembrato anche questo articolo in formato pdf: dobbiamo imparare a leggere i bilanci se vogliamo sapere quello che fanno, spesso, alle nostre spalle coloro che amministrano la cosa e le cose pubbliche.

Insomma, è abbastanza per essere molto preoccupati. E dire che se fossimo in Germania o in Svezia, un ambito territoriale ottimale per la gestione di alcuni servizi, sarebbe stata una bellissima idea.

Per ora basta. Teniamoci informati, e stiamo attenti, partecipiamo a tutte le iniziative utili per evitare disastri. Nessuno può pensare che, in tempi di crisi come questi, la gente sia disposta a foraggiare ancora una classe politica clientelare che moltiplica a proprio esclusivo uso e consumo i posti di sottogoverno e i relativi costi e, foraggia con finanziamenti destinati alla collettività le tasche dei privati.

Saluti a tutti

Isidoro

martedì 17 febbraio 2009

Breve sulle contromosse alla tassa sui rifiuti a Giarre

Agganciandomi al post precedente di Isidoro ci tengo ad evidenziare due cose:
1) I sindacati confederali CGL, CISL e UIL considerano illeggittimo il rincaro della tassa sui rifiuti 2008 ed hanno indetto per domani, 18 febbraio 2009 alle ore 9,30 un un sit-in di protesta dei cittadini davanti alla sede del Palazzo del Comune di Giarre.
2) La Confconsumatori di Giarre, sita in Via R. Pilo, 34/A sta organizzando una raccolta firme contro i recenti provvedimenti comunali che hanno portato alle famigerate bollette della spazzatura.
Ulteriori notizie si possono leggere nell'articolo di M.G. Leonardi su "La Sicilia" di oggi, pubblicato anche sul suo blog.

venerdì 6 febbraio 2009

Grazie Signor Sindaco! ovvero: quante volte pagheremo i rifiuti del 2008?

In questi giorni i cittadini di Giarre stanno ricevendo le bollette della Tassa Rifiuti Solidi Urbani che contengono l’aumento tariffario del 2008.
Ciò è determinato dalla maggiorazione del costo del servizio di raccolta e smaltimento dei R.S.U. dell’anno 2008, adottato dalla società d’ambito Joniambiente che, da tre anni, gestisce il servizio.
Pur comprendendo le difficoltà economiche che attanagliano le famiglie della nostra comunità, l’Amministrazione Comunale, per evitare ulteriori aggravi, imposti dalla legge che prevede il 100% del costo del servizio a carico del cittadino, ha determinato di contenerlo entro l’80%.
Si informa infine che lo stesso comunicato sarà trasmesso a tutti i cittadini per via telefonica.

Dalla Residenza Municipale 6 febbraio 2009
IL SINDACO
Teresa Sodano

6 febbraio 2009

sabato 31 gennaio 2009

Si potrebbe risparmiare così....



Per esempio si potrebbe risparmiare adottando linux e gli applicativi liberi per l'ufficio. Io sono un semianalfabeta dal punto di vista informatico, eppure in questo momento sto usando linux (ubuntu) e mi sto trovando benissimo. Sul mio computer non c'è l'ombra di un virus e il sistema é stabile e intuitivo. Certo ho qualche problema ma chi non ce l'ha :-)
I programmi della suite openoffice mancano di alcuni fronzoli e di alcune superfunzioni di word e compagni. Ma tante cose chi le usa?
A mio parere, considerata la gratuità, non vedo perché le pubbliche amministrazioni, compresi i comuni di Giarre e Riposto non dovrebbero adottare questi sistemi.
Certo le cose non sono mai così semplici come sembrano e ci può essere una certa diffidenza a passare da un sistema collaudato a uno sconosciuto, ma in tempi di vacche magre come questi,i soldi spesi per l'acquisto di software proprietari non mi sembrano proprio ben spesi. E comunque si potrebbe abbandonare subito office in favore di openoffice senza dover rivoluzionare niente, perché esiste una versione di openoffice (ripeto completamente gratuito e facile da usare) anche per window e legge i files word e office quasi alla perfezione (a volte bisogna aggiustare qualcosina di marginale).
Saluti a tutti
Isidoro

mercoledì 28 gennaio 2009

Un passaparola: l'Ospedale di Giarre su Rai 1

Facciamo volentieri da specchio ad una notizia che ha dato Saro Cerra nel suo blog: in una trasmissione di Rai 1 si parlerà del nostro Ospedale.

Sabato 31-1-09 si parla del rischio chiusura ospedale di Giarre su Rai Uno nel programma “Sabato&Domenica” con Franco Di Mare; il servizio andrà in onda di mattina, all’interno della trasmissione, tra le 7.30 e le 9. Passate parola…..

giovedì 22 gennaio 2009

Sicilia e nucleare (di Aldo Piombino)

Isidoro mi ha mandato un messaggio chiedendomi cosa ne pensavo dell'uscita del ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo sul nucleare in Sicilia. Gli rispondo volentieri, segnalando che per adesso il sunnominato ministro più che per l'ambiente mi pare stia lavorando a favore di chi inquina (basta vedere che ha combinato il nostro governo in Europa...).

Innanzitutto permettetemi una breve presentazione: sono un ambientalista “eretico”: proprio perchè all'ambiente ci tengo non sono entusiasta degli ambientalisti e di molte loro idee. Sono favorevole alla termovalorizzazione dei rifiuti (ovviamente nel quadro di una elevata percentuale della raccolta differenziata!) e sostengo che un nucleare serio sia indispensabile, perchè fornisce molta energia senza produrre emissioni di CO2. Comunque vorrei che ci fosse una intensa ricerca nelle fonti energetiche rinnovabili, in alternative ai combustibili fossili (metano e petrolio): sono convinto delle enormi possibilità dell'eolico mentre nutro forti perplessità sul solare e sui biocombustibili. Come sono anche convinto che in Italia ci siano ottime condizioni per lo sviluppo della geotermia anche al di fuori della Toscana (dalla quale si potrebbe ottenere un buon 10% del fabbisogno nazionale di energia elettrica e risparmiare molto per il riscaldamento domestico). Sono anche, specialmente in nome dell'ambiente, un paladino dei trasporti pubblici e quindi assolutamente favorevole alla TAV (anche se mi lascia sconcertato l'attuale gestione dell'alta velocità e soprattutto quella dei rapporti fra treni ad Alta Velocità e treni normali).

Sono contro il ponte sullo Stretto, ma semplicemente perchè convinto (e sono in buona compagnia....) che il progetto è sbagliato, che in ogni caso i costi sono troppo elevati e che si potrebbero ottenere gli stessi risparmi di tempo spendendo molto meno.

Di queste cose ho parlato anche, saltuariamente, in “scienzeedintorni”, il mio blog già citato da Isidoro.

Ma veniamo al problema del nucleare in Sicilia. La cosa mi lascia molto perplesso.

Il ministro Scajola, poco dopo il suo insediamento, ha annunciato in pompa magna la costruzione di quattro impianti nucleari che nel 2020 forniranno il 10% del fabbisogno italiano di energia: questo annuncio mi sa tanto di pubblicità. Mi spiego: in Italia basta spostare una fermata di un autobus (o un segnale di stop) per avere immediatamente un comitato di protesta. Il permesso deve essere concesso anche da regioni, province e comuni ed inoltre anche i comuni limitrofi a quello interessato possono ostacolare l'operazione: basta che si oppongano al passaggio dell'elettrodotto...

Che si indichino 4 siti per le centrali e un sito per le scorie senza che non ci sia nessuna protesta è semplicemente impossibile. Per cui è da irresponsabili indicare dei tempi tecnici teorici dandogli valenza pratica. Parlare così significa che o si capisce poco o che l'annuncio sia soltanto mera pubblicità per poter dire “noi volevamo fare, ma ci sono stati dei cattivoni che ce lo hanno impedito...”

Questo secondo me non è un esempio del nucleare serio che vorrei. E nell'essere favorevole all'energia nucleare dichiaro, preciso e sostengo fermamente un punto chiave: nessun programma di costruzione di nuove centrali nucleari – dico nessuno - può essere concepito senza prevedere, affrontare e risolvere contestualmente il problema dei problemi, quello delle scorie. A Trino Vercellese, decenni dopo la chiusura della centrale, ce ne sono ancora (o meglio, sicuramente ce n'erano fino a pochi mesi fa, quando un treno speciale ne ha portate via diverse tonnellate).

Veniamo comunque a dove localizzare una centrale nucleare in Sicilia. Per prima cosa occorre avere a disposizione un ingente quantitativo di acqua per il raffreddamento (acque che, comunque, non viene mai a contatto con le radiazioni e quindi non viene contaminata in nessun caso!). Questo, stante il fatto che nell'isola non ci sono fiumi dalla portata sufficiente per questo scopo, limita il posizionamento dell'impianto alle zone costiere.

Un'altra limitazione è la presenza di zone sismiche di una certa importanza, il che esclude la costa jonica e quella tirrenica. In teoria la costa del Canale di Sicilia si potrebbe prestare, ma gli ultimi studi di archeosismologia sui templi di Selinunte indicano la possibilità che anche quest'area sia a forte rischio sismico.

Le coste siciliane presentano poi un altro problema: un elevato rischio - tsunami. Negli ultimi 700 anni le coste joniche sono state colpite da almeno 3 eventi del genere in occasione di terremoti distruttivi (che probabilmente non sono stati generati come in Indonesia direttamente dal sisma, ma da frane sottomarine conseguenti alle scosse). Le coste tirreniche e quelle del Canale di Sicilia sono molto a rischio per tsunami di origine vulcanica: il Tirreno pullula di vulcani attivi, fra i quali il monte Marsili e anche il Canale di Sicilia non è potenzialmente sicuro. Il fatto che ancora nella storia non sono stati registrati eventi particolarmente intensi (Stromboli, oltre a quello del 30 dicembre 2002, ha registrato almeno 3 episodi nel XX secolo...) ci dice che sono eventi che avverranno sicuramente ma con intervalli di tempo molto lunghi, a scala delle migliaia di anni. Però in questi casi confidare nello stellone è un azzardo troppo grosso: i vulcani delle Eolie e del Canale di Sicilia sono esplosi parecchie volte e continueranno a farlo.

Quindi mi sembra di poter affermare che in Sicilia sia impossibile collocare una centrale nucleare. A proposito: visto che in Sicilia proprio nel partito della Prestigiacomo ci sono persone che si sono espresse contro le pale eoliche, in terra e offshore, in nome del paesaggio, queste stesse persone saranno invece favorevoli ad una centrale nucleare?

Ci sono invece aree in cui è possibile ipotizzare uno sfruttamento dell'energia geotermica: sicuramente nelle Eolie ma anche, in futuro, nel Canale di Sicilia dove esiste un grosso campo geotermico, purtroppo sottomarino.



nota: sul problema energetico ho scritto su Scienzeedintorni tre articoli fra giugno e luglio 2008, fra cui:

http://aldopiombino.blogspot.com/2008/07/il-futuro-energetico-dellitalia-tra-un.html


sul Monte Marsili invece questo è il link: http://aldopiombino.blogspot.com/2008/04/il-monte-marsili-un-gigantesco-vulcano.html

domenica 18 gennaio 2009

Brevissimo, sul sole e sulla pioggia

C'è il sole, e tutto va bene. Lo so che la pioggia eccezionale dei giorni scorsi (in poche ore quella che fa di solito in sei mesi) non poteva non creare qualche problema, ma da noi, dove di problemi, e di buche, e di strade dissestate, e di case da ammodernare, e di edifici pubblici da mettere in sicurezza, ecc..ne abbiamo a bizzeffe, le cose si amplificano sempre più del "fisiologico"! Ad esempio, meno male che la materna di Peri era stata chiusa!. Vi immaginate che tragedia poteva succedere, con questa pioggia e le croniche infiltrazioni d'acqua che aveva quella scuola? E, ancora, quello che poteva succedere all'asilo nido di Riposto? Anche se li, c'entra meno la pioggia, credo. Beh, non voglio nemmeno pensarci!
Solo che, c'è poco da fare, non riusciamo ad andare al di là della fortuna, e della chiusura di edifici, per evitare disastri..
C'è scarsa abitudine a programmare e a pensare a queste cose, in "tempo di pace", come si suol dire. E c'è forse anche una distorta scaletta delle priorità. E tutti gli sforzi si concentrano a tappare buchi e buche, sempre male, e sempre provvisoriamemente, fino alla prossima pioggia, e al prossimo allarme, tra qualche mese, o tra qualche settimana, o, al più, tra qualche anno.
Ora, io sarò anche qualunquista e ignorante sulle tante faccende di cui debbono occuparsi ogni giono consiglieri e assessori, ma mi scappa di pensar così, vedendo come vanno le cose..

sabato 3 gennaio 2009

Ponte sullo stretto di Messina

Penso che il ponte sullo stretto di Messina sia un classico esempio di come i politici nazionali e locali facciano spesso demagogia, contribuendo ad illudere i cittadini di questo Stato e di questa Regione, raccontando loro favole a cui loro stessi non credono. Quale sia l'interesse sotteso a tutto ciò non mi è dato di sapere. Forse lo posso solo sospettare.
Qualche tempo fa mi è capitato di leggere su internet questo bel blog di Aldo Piombino che è un geologo non di professione (credo) ma comunque uno che, a giudicare da quello che scrive e da come lo scrive, sa il fatto suo (a proposito: vi segnalo l'articolo sul terremoto di Messina, veramente molto interessante, anche se un po' difficile per le mie orecchie non tecniche).
Sul suo blog circa un anno fa è stato pubblicato questo articolo. Vorrei sintetizzarlo, ma è così pieno di argomenti convincenti contro la fattibilità e la convenienza del ponte che mi sembra abbastanza inutile. C'è una sola cosa che vi consiglio di fare, prima di darmi addosso con la solita storia del disfattista ecologista: leggetelo.
Di recente poi ho trovato sulla Repubblica online questo articolo. Si tratta di un'intervista all'ing. Remo Calzona, che, a quanto si dice nell'articolo stesso, è un luminare in materia di ponte sullo stretto. Leggete anche questo, ve ne prego.
Su questo argomento il prof. Calzona ha anche pubblicato un libro (Remo Calzona, "La ricerca non ha fine - Il Ponte sullo Stretto di Messina",Dei - Tipografia del Genio civile, Roma 2008) di cui Piombino fa un breve riassunto in questo suo articolo sul suo blog.
Magari trovatemi i riferimenti contrari che mi sbugiardino e facciano fare la figura del cretino a Calzona, a Piombino (e a me che li cito :-). Ne sarei ben lieto.
Per finire, immaginavo di trovare argomenti convincenti a favore del ponte sul sito della Società Stretto di Messina, ma questo offre alla nostra vista (alla data odierna) una sconfortante pagina bianca (diciamo azzurra).
Non voglio appesantire ulteriormente questo post, ma avrei tantissime altre cose da dire contro l'opportunità di costruire questo benedetto ponte. Mi limito a dire che con tutti i soldi che costerebbe, si potrebbe davvero costruire in Sicilia un sistema di trasporti marittimo e ferroviario che darebbe alla nostra Regione nuova vita in termini di movimento di merci e persone. E che dire della rete autostradale (oggi mi è capitato di fare la Catania-Palermo e in certe zone sembra si possa veramente andare a fare sci d'acqua). Sono queste le cose per cui ci dovremmo lamentare e mobilitare, secondo me non certo per il ponte.
Saluti a tutti
Isidoro

giovedì 1 gennaio 2009

Buon 2009

Penso al 2009. Non vedo grandi prospettive, nè nel Paese, nè nel mio paese, Giarre-Riposto. E' così. Abbiamo tutti pochi soldi e tanti problemi; quest'anno sembra più che mai. Ma io non mi rassegno al pessimismo. Amo Giarre, e amo Riposto. Vorrei che Giarre si risvegliasse dal torpore e dal pantano in cui sembra essere rimasta..E vorrei che Riposto, che vedo più vitale, sappia canalizzre le sue energie per uno sviluppo per tutti..Non sono in vena di elencare questo e quello, di quest'anno ch' è trascorso, nè di quello ch'è iniziato. Non mi piacciono i consuntivi e non sono brava a far preventivi. Voglio solo augure a me, e a tutti voi, un 2009 il più bello che sia possibile.
Buon anno da parte mia
Nancy