giovedì 22 gennaio 2009

Sicilia e nucleare (di Aldo Piombino)

Isidoro mi ha mandato un messaggio chiedendomi cosa ne pensavo dell'uscita del ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo sul nucleare in Sicilia. Gli rispondo volentieri, segnalando che per adesso il sunnominato ministro più che per l'ambiente mi pare stia lavorando a favore di chi inquina (basta vedere che ha combinato il nostro governo in Europa...).

Innanzitutto permettetemi una breve presentazione: sono un ambientalista “eretico”: proprio perchè all'ambiente ci tengo non sono entusiasta degli ambientalisti e di molte loro idee. Sono favorevole alla termovalorizzazione dei rifiuti (ovviamente nel quadro di una elevata percentuale della raccolta differenziata!) e sostengo che un nucleare serio sia indispensabile, perchè fornisce molta energia senza produrre emissioni di CO2. Comunque vorrei che ci fosse una intensa ricerca nelle fonti energetiche rinnovabili, in alternative ai combustibili fossili (metano e petrolio): sono convinto delle enormi possibilità dell'eolico mentre nutro forti perplessità sul solare e sui biocombustibili. Come sono anche convinto che in Italia ci siano ottime condizioni per lo sviluppo della geotermia anche al di fuori della Toscana (dalla quale si potrebbe ottenere un buon 10% del fabbisogno nazionale di energia elettrica e risparmiare molto per il riscaldamento domestico). Sono anche, specialmente in nome dell'ambiente, un paladino dei trasporti pubblici e quindi assolutamente favorevole alla TAV (anche se mi lascia sconcertato l'attuale gestione dell'alta velocità e soprattutto quella dei rapporti fra treni ad Alta Velocità e treni normali).

Sono contro il ponte sullo Stretto, ma semplicemente perchè convinto (e sono in buona compagnia....) che il progetto è sbagliato, che in ogni caso i costi sono troppo elevati e che si potrebbero ottenere gli stessi risparmi di tempo spendendo molto meno.

Di queste cose ho parlato anche, saltuariamente, in “scienzeedintorni”, il mio blog già citato da Isidoro.

Ma veniamo al problema del nucleare in Sicilia. La cosa mi lascia molto perplesso.

Il ministro Scajola, poco dopo il suo insediamento, ha annunciato in pompa magna la costruzione di quattro impianti nucleari che nel 2020 forniranno il 10% del fabbisogno italiano di energia: questo annuncio mi sa tanto di pubblicità. Mi spiego: in Italia basta spostare una fermata di un autobus (o un segnale di stop) per avere immediatamente un comitato di protesta. Il permesso deve essere concesso anche da regioni, province e comuni ed inoltre anche i comuni limitrofi a quello interessato possono ostacolare l'operazione: basta che si oppongano al passaggio dell'elettrodotto...

Che si indichino 4 siti per le centrali e un sito per le scorie senza che non ci sia nessuna protesta è semplicemente impossibile. Per cui è da irresponsabili indicare dei tempi tecnici teorici dandogli valenza pratica. Parlare così significa che o si capisce poco o che l'annuncio sia soltanto mera pubblicità per poter dire “noi volevamo fare, ma ci sono stati dei cattivoni che ce lo hanno impedito...”

Questo secondo me non è un esempio del nucleare serio che vorrei. E nell'essere favorevole all'energia nucleare dichiaro, preciso e sostengo fermamente un punto chiave: nessun programma di costruzione di nuove centrali nucleari – dico nessuno - può essere concepito senza prevedere, affrontare e risolvere contestualmente il problema dei problemi, quello delle scorie. A Trino Vercellese, decenni dopo la chiusura della centrale, ce ne sono ancora (o meglio, sicuramente ce n'erano fino a pochi mesi fa, quando un treno speciale ne ha portate via diverse tonnellate).

Veniamo comunque a dove localizzare una centrale nucleare in Sicilia. Per prima cosa occorre avere a disposizione un ingente quantitativo di acqua per il raffreddamento (acque che, comunque, non viene mai a contatto con le radiazioni e quindi non viene contaminata in nessun caso!). Questo, stante il fatto che nell'isola non ci sono fiumi dalla portata sufficiente per questo scopo, limita il posizionamento dell'impianto alle zone costiere.

Un'altra limitazione è la presenza di zone sismiche di una certa importanza, il che esclude la costa jonica e quella tirrenica. In teoria la costa del Canale di Sicilia si potrebbe prestare, ma gli ultimi studi di archeosismologia sui templi di Selinunte indicano la possibilità che anche quest'area sia a forte rischio sismico.

Le coste siciliane presentano poi un altro problema: un elevato rischio - tsunami. Negli ultimi 700 anni le coste joniche sono state colpite da almeno 3 eventi del genere in occasione di terremoti distruttivi (che probabilmente non sono stati generati come in Indonesia direttamente dal sisma, ma da frane sottomarine conseguenti alle scosse). Le coste tirreniche e quelle del Canale di Sicilia sono molto a rischio per tsunami di origine vulcanica: il Tirreno pullula di vulcani attivi, fra i quali il monte Marsili e anche il Canale di Sicilia non è potenzialmente sicuro. Il fatto che ancora nella storia non sono stati registrati eventi particolarmente intensi (Stromboli, oltre a quello del 30 dicembre 2002, ha registrato almeno 3 episodi nel XX secolo...) ci dice che sono eventi che avverranno sicuramente ma con intervalli di tempo molto lunghi, a scala delle migliaia di anni. Però in questi casi confidare nello stellone è un azzardo troppo grosso: i vulcani delle Eolie e del Canale di Sicilia sono esplosi parecchie volte e continueranno a farlo.

Quindi mi sembra di poter affermare che in Sicilia sia impossibile collocare una centrale nucleare. A proposito: visto che in Sicilia proprio nel partito della Prestigiacomo ci sono persone che si sono espresse contro le pale eoliche, in terra e offshore, in nome del paesaggio, queste stesse persone saranno invece favorevoli ad una centrale nucleare?

Ci sono invece aree in cui è possibile ipotizzare uno sfruttamento dell'energia geotermica: sicuramente nelle Eolie ma anche, in futuro, nel Canale di Sicilia dove esiste un grosso campo geotermico, purtroppo sottomarino.



nota: sul problema energetico ho scritto su Scienzeedintorni tre articoli fra giugno e luglio 2008, fra cui:

http://aldopiombino.blogspot.com/2008/07/il-futuro-energetico-dellitalia-tra-un.html


sul Monte Marsili invece questo è il link: http://aldopiombino.blogspot.com/2008/04/il-monte-marsili-un-gigantesco-vulcano.html

1 commento:

Isidoro ha detto...

Vorrei subito ringraziare l'amico Aldo per il contributo e poi mi piacerebbe che il dibattito continuasse su quello che possono fare le nostre piccole comunità sul fronte energetico, tra risparmio ed energia pulita.
Carissimi saluti a tutti
Isidoro