lunedì 11 agosto 2008

Estate: terra in fiamme (con aggiornamento)




Ogni estate mentre ci facciamo il bagno nel nostro bel mare, se alziamo lo sguardo verso l'Etna, quello che ci capita di vedere è fumo, fumo di incendi. La nostra montagna martoriata dal fuoco. E la sera, a parte la lava (quando c'è) il rosso non manca quasi mai a punteggiare qua e là tutte le campagne ai piedi dell'Etna. Molti di noi hanno la casa di villeggiatura in collina, o comunque, pur non avendola, spesso di sera salgono a prendersi il fresco in uno dei nostri paesini. Ecco, a me piange il cuore ogni anno, a vedere questi incendi, a vedere la natura distrutta così, e a pensare anche al rischio concreto di ritrovarmi circondata dal fuoco, o di poter subire la perdita e la distruzione di terreni, o della stessa casa in collina. E' uno spettacolo che ogni estate vorrei non rivedere più e che invece, puntualmente, mi tocca vedere, per giunta, sempre più "ricco". In questo week-end appena trascorso vi sarete sicuramente accorti , come me, del gran via vai di mezzi aerei che c'è stato dal mare all'Etna per spegnere i vari incendi (oltre ai canadair, si è visto anche un elicottero della Forestale) .

Amare la nostra terra è un piacere. Proteggerla è nostro dovere. Di ognuno di noi. Non certo solo delle autorità, o delle forze dell'ordine. Io penso che se ci fosse una sensibilità diversa verso questi temi, il numero di incendi diminuirebbe. Perchè è chiaro che non si sviluppano da soli. L'autocombustione per il forte caldo è molto rara. Frequenti sono invece le azioni dolose. E quelle dei piromani che godono del fuoco sono una minoranza. La maggior parte degli incendi sono appiccati apposta per speculazioni edilizie, o per guadagnare terreni ai pascoli.
A questo proposito credo non faccia male ricordare - o sapere, per chi non lo sapesse - che l'incendio boschivo è un reato, un reato a sè e non più una semplice aggravente di altre figure di reato. Lo è dal 2000, da quando è stata emanata la legge 353/2000. Inoltre, sempre secondo questa legge, all'art. 10, comma 2, i terreni percorsi dal fuoco non possono cambiare la loro destinazione d'uso per almeno quindici anni da quando si è verificato l'incendio. I Comuni sono pertanto invitati a costituire il catasto dei terreni bruciati, e quelli delle zone a rischio, sono addiruttura obbligati a farlo, pena il commissariamento. In Sicilia dei 390 Comuni, hanno questo obbligo in 160. Ma, ad ottobre 2007, soltanto l' 8-10 %, aveva adempiuto a tale obbligo. E' vero che ci vogliono mezzi, "i soddi", ma gli aiuti, se uno li cerca, ci sono. Il Corpo Forestale dello Stato, con le sue mappe aggiornate, ad esempio, mette a disposizione dei Comuni, tanti strumenti di cui essi necessitano per cosituire questi catasti. Sinceramente io non so se i nostri Comuni, di Giarre e di Riposto, sono tra quelli obbligati. Non sono un'esperta in materia. Ma penso che se lo facessero dimostrerebbero di certo di essere attenti ai problemi del territorio e di volersi adoperare, coi fatti, a scoraggiare questa piaga degli incendi, che ogni estate si rinnova e che lo scorso anno, non scordiamocelo, ha fatto tante vittime, proprio in Sicilia.

P.S. Per questo post ho attinto molte informazioni da questi siti, che vi linko qui qui, qui ,e qui .Inoltre, vi metto pure il link della pagina web dove potete trovare il fac simile elaborato lo scorso anno dal WWF per chiedere al proprio sindaco di pubblicare il catasto dei terreni bruciati.
Infine, il link all'altro post di questo blog dall'argomento correlato.

AGGIORNAMENTO dell'11 settembre 2008. Da motizie di stampa di ieri, pubblicate su "La Sicilia", ed anche nel blog della giornalista M.G.Leonardi "Spazio Pubblico", che linko, apprendo che gli incendi nella nostra zona sono in diminuzione, rispetto allo scorso anno, e che c'è più responsabilizzazione della gente verso questo problema. BENE! Anche in questo caso, l'aggiornamento è una notizia positiva!

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