mercoledì 20 gennaio 2010

Cittadini e non numeri da addizionare

In questi giorni si parla molto di ospedale. Stranamente è venuta a crearsi un minimo di mobilitazione su questo tema. Uso il termine "minimo" in un'accezione non riduttiva. Diciamo pure un "inizio" invece che un minimo. E "stranamente" perché non considero le mie due città (Giarre e Riposto, che in fondo sono una sola realtà) capaci di grandi ribellioni o di proteste veramente dure. In questo momento non ho ancora steso il mio lenzuolo bianco, né so se avrò la possibilità di partecipare alla manifestazione che si terrà giorno 21 nell'aula consiliare di Giarre. Mi viene comunque da fare alcune riflessioni. Intanto questo "minimo" non servirà a nulla e si ridurrà a niente se all'aspirazione ad una sanità funzionante non accompagneremo altre due battaglie minimaliste, come quella per la legalità e per il lavoro. Sanità, legalità e lavoro: il minimo da pretendere e da ottenere. E non sarebbe chiedere troppo anche due macchine politico-amministrative funzionanti e autorevoli, capaci di tutelare gli interessi del territorio e di rendere ai cittadini servizi di qualità, non per favore ma per diritto. Ma non si fa tutto in un giorno. Anzi ora dobbiamo stare attenti a non far morire tutto questo e anzi a farlo crescere. Il senso della cittadinanza fa sì che un uomo consideri casa propria un luogo che va ben oltre quattro mura. Questa almeno è la mia idea. Ma per far crescere il senso della cittadinanza occorre smettere di concepire le persone come numeri, promuovere lo sviluppo del senso critico, della conoscenza. E' più difficile avere a che fare con delle teste pensanti e autonome. E una delle ragioni per cui non si discute in modo costruttivo è che è più facile litigare e dividersi in fazioni. E' un orizzonte molto lontano: le persone, anche quelle più umili, sono persone e non numeri da addizionare al momento delle elezioni. Occorre uno sforzo di tutti: di quelli che sono più avanti per tornare indietro e recuperare le svariate e ricchissime risorse potenziali di quelli che sono indietro. Di quelli che sono indietro per superare l'autocommiserazione, il fatalismo e l'abitudine al rilascio deleghe in bianco.

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