domenica 7 marzo 2010

Io vengo da qui (Giarre-Riposto)


Non si può non partire da sé stessi. Sono nato a Riposto quando ancora qualcuno nasceva in casa e da gente onesta e laboriosa. Mio padre faceva il bracciante, mia madre, che il Signore mi conserva ancora, la casalinga e aiutava papà in campagna. Dal 1973 al 1993 abbiamo abitato a Macchia di Giarre, ma una parte del mio cuore stava di casa a Quartirello di Riposto. Nato a Riposto, residente a Giarre. Qualche volta si va in autobus, qualche altra volta in bicicletta. Anche a piedi: sono un po' lento ma non ho mai avuto paura di camminare. Ci sono i fiori della signora P. da andare ad innaffiare a Riposto in estate e quel giardinetto e l'odore del garage ce li ho ancora negli occhi e nel naso.
Appartengo a una generazione che non ha mai visto muri tra Giarre e Riposto: quei muri, che alcuni definiscono invisibili, semplicemente non esistono, secondo me.
Via Settembrini e Via Ungaretti erano le strade che mi venivano più comode per raggiungere Quartirello, il frigo della nonna sempre pieno di squisitezze, la dolcezza, sempre comprensiva e disponibile verso tutti della zia G. e l'amore ruvido, egoista e generoso allo stesso tempo, della nonna M.
Per altri versi non mi sento di dire di avere avuto un'infanzia e un'adolescenza felici, ma resta il fatto che io vengo da qui e ne sono contento. Vorrei che lo fossero anche tutti gli altri e sono convinto che in cuor loro lo sono. Solo che per parecchio tempo non lo è sembrato. Ora è tempo di far affiorare questa contentezza e questo orgoglio, di usare il cervello e far lavorare la fantasia.
Il Corso Italia è lastricato di basalti e arriva quasi fino al mare. E molto lungo e da lontano sembra un fiume nero. Magari è per questo che col tempo la gente è diventata scura e monotona. Il fatto è che non ci rendiamo conto che quei basalti sono bellissimi, tutti diversi gli uni dagli altri, hanno il colore serio della lava della nostra montagna dopo che si è raffreddata. Ma c'è bisogno continuo di lavoro di scalpello, per renderli meno sdrucciolevoli e meno uniformi.
Del resto il Corso Italia unisce Giarre e Riposto senza interrompersi nemmeno alla ferrovia che ha unito e unisce la Sicilia orientale. Spero che a nessuno mai venga l'idea di chiudere quel passaggio con un muro. E' essenziale che il flusso tra Giarre e Riposto non si interrompa mai a quel passo, se non l'unico, è il più potente dal punto di vista simbolico.
Io vengo da qui, un posto dove ci sono anche tanti problemi: una classe politico-amministrativa che non sempre è stata od è all'altezza della situazione. Non condivido neanche l'opinione che in passato sia stata meglio di oggi. L'oggi è sempre figlio del passato e il fatto che ieri abbiamo avuto onorevoli e ministri in fin dei conti non ci ha portato alcun vantaggio, se non monumenti e vestigia di una "scuola architettonica" fondata sui lavori pubblici incompiuti e i cui architetti non volevano fare niente di grande od originale ma solo affari.
La delinquenza che avanza sempre e diviene man mano sempre più rozza e ignorante e per questo più pericolosa: tutta una classe di persone da contenere, ma anche da recuperare, perché se vogliamo stare tutti più sicuri non bastano i poliziotti, occorre anche la diffusione di una cultura, ma quella viva e vitale che sorge sponanea nelle comunità coese e si sviluppa fuori dalle case degli snob e degli intellettuali . E occorre anche dare a tutti quelli che lo vogliono la possibilità di lavorare, magari duramente, migliorando la loro posizione e quella dei figli. Come si faceva una volta quando c'erano gente come mio padre e mia madre che non hanno lesinato nessuno sforzo pur di aiutare mio fratello e me a raggiungere un futuro meno precario del loro.
E poi l'economia che si è trasformata da agricola e commerciale in una gelatina opaca, dove non si sa più nemmeno qual'è il settore trainante e su cosa bisognerebbe puntare. Un economia che sicuramente avrebbe necessità di una struttura amministrativa nuova, sovracomunale, che guardi con lungimiranza e coordini gli sforzi e la buona volontà di tutti.
Tuttavia, malgrado i problemi, io vengo da qui e non voglio andare in nessun altro posto. Quindi non mi resta che amare, resistere e, se necessario, fare sentire la mia voce arrabbiata. La nostra voce arrabbiata ma onesta e pacifica. Veniamo da qui e qui vogliamo restare, qui resteremo legati ovunque ci spostiamo.
Personalmente non credo che alla fine ci sarà Giarre-Riposto, ma che quando decideremo di ricominciare, tutti insieme le daremo un nome nuovo, che porti bene alle generazioni nuove.

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