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venerdì 28 maggio 2010

Vittoria: Torre archirafi riavrà il suo arco come prima!


Dopo le proteste di molti cittadini, il sopralluogo di ieri mattina e la decisione di rimuovere quell'orribile cemento è stata presa!
La notizia è stata pubblicata oggi dal quotidiano "La Sicilia" a pag. 44.
Siamo doppiamente contenti di questo risultato perchè da un lato rappresenta una vittoria della spontanea e convinta protesta cittadina e dall'altro restituisce l'"anima" al borgo marinaro di Torre che con quell'arco si identifica!
Aspettiamo dunque fiduciosi, senza tuttavia abbassare la guardia, e speriamo di rivedere presto l'arco come, e meglio di prima!
Certo, questa bruttura, chi ha autorizzato i lavori, chi li ha seguiti, ecc..avrebbe potuto e dovuto vederla prima! Era troppo evidente per non accorgersi che stava stravolgendo il volto di Torre e che non bisognava continuare quel tipo di lavori! Nell'articolo de "La Sicilia" si legge che non vi saranno oneri aggiuntivi per l'attesa rimozione del cemento. Ok, ma se ci si fosse fermati prima, si sarebbe evitato di impiegare così male il denaro pubblico (fondi regionali?)!
Comunque, alla fine, come si suol dire, meglio tardi che mai!

mercoledì 15 luglio 2009

Contrada Gancia



Contrada Gancia: un piccolo angolo di paradiso naturalistico tra Carrubba e Archi, che non ha niente da invidiare alla Timpa acese, basta guardare le bellissime immagini.(quelle che vedete sono tutte tratte dal sito internet del WWF Jonico-Etneo . Altre belle e recentissime immagini nel Trovacose dell'Etna )


Com'è noto è intenzione del Comune venderla (rendendone possibile la cementificazione) e fare cassa per investire in opere ancora da decidere.
A questo proposito abbiamo scelto in questo blog, perchè ne condividiamo le posizioni, di fare
da specchio a quanto pubblicato dal sito del locale WWF .
In particolare abbiamo inserito qui di seguito
:
1)la posizione su Contrada Gancia espressa dal WWF di Giarre e Riposto e condivisa anche da altre associazioni della società civile locale
2) un bell'articolo, firmato, dal titolo "La Gancia e i sogni"
..||..

Perché siamo contrari alla cementificazione di Contrada Gancia

Eccoci qua, di nuovo in prima linea per la difesa del nostro territorio e della nostra costa. La questione attuale è di grande importanza, perché a rischio è una delle zone più belle rimaste:

la costa a ridosso del Chiancone di Praiola.



Zona unica per le sue caratteristiche geologiche e paesaggistiche, una falesia, che si staglia nettamente con i suoi 25 metri di altezza a ridosso della battigia. Quello che colpisce noi ma anche tutte le persone che come noi sono amanti dei luoghi naturali, è la straordinaria bellezza paesaggistica di questo tratto di costa.

Una terrazza sul mare con una vista centralissima del nostro vulcano.


Un terreno, composto quasi esclusivamente da frammenti di rocce vulcaniche, denominato “chiancone” che qui si è fermato per aver incontrato il mare. Un terreno originatosi da quei movimenti che hanno determinato la formazione della Valle del Bove che proprio da Contrada Gancia si può osservare in tutta la sua larghezza, in tutta la sua bellezza.

Oggi la parte immediatamente a monte è una distesa di cardi con lembi di vegetazione mediterranea e qualche particolarità vegetale, anni di abbandono hanno degradato l’area; ma pensate a undici ettari di bosco mediterraneo, intersecato da sentieri naturali dove il visitatore può scorgere l’imponente mole dell’Etna e dall’altro lato il blu del Mare Jonio.

Basterebbe poco per fare di Contrada Gancia un sito veramente esclusivo!!!! Un parco sub-urbano da lasciare in eredità alla future generazioni. Altre amministrazioni con amministratori lungimiranti farebbero di Contrada Gancia uno dei punti di forza per la valorizzazione del proprio territorio, qui forse si farà l’ennesima colata di cemento, l’ennesimo scempio edilizio sia che si tratti di alberghi, di case o di altro.

Noi siamo totalmente contrari alla vendita di Contrada Gancia a privati, perché siamo fermamente conviti che i nostri interessi non coincidano con quelli di un acquirente. Per questo ci siamo costituiti insieme ad altre associazioni presenti sul territorio, ma anche insieme a tanti cittadini di Riposto in un:

Comitato per la salvaguardia di Contrada Gancia

per questo invitiamo tutti quanti a visitare la zona e ad aiutarci a difenderla.

Il WWF Jonico - Etneo

...||...

LA GANCIA E I SOGNI

Abbiamo un sogno.

Che non sparisca il terreno agricolo che circonda le nostre città per lasciare il posto a condomini, villette e villettine, in ordine sparso o a schiera, resort, complessi turistico - alberghieri, bed end breakfast, agriturismi, per i quali spesso è sufficiente ristrutturare l’esistente. Che non sparisca il verde sommerso dal cemento.

Abbiamo un sogno.

Che non spariscano gli spazi pubblici naturali dove correre giocare passeggiare fare picnic; respirare aria pura ascoltare il silenzio leggere pensare; vivere l’esperienza della bellezza.

Abbiamo un sogno.

Che anche da noi si possa dire che esistono i parchi ”mangia Co2”, come quelli che stanno sorgendo in tutta Italia, anche in Sicilia (dieci ettari contro i gas serra creati da Legambiente e Kyoto Club sulle Madonie). Che anche noi contribuiamo a difendere il clima, concretamente non a parole.

Eppure, ci viene detto, tutto questo è destinato a rimanere un sogno. Cambia, è già cambiata la destinazione d’uso dei terreni agricoli, ora divenuti dappertutto edificabili, i Comuni lucrano sull’ICI, il cemento trionfa.

Ma il Comune di Riposto va oltre. Entrato in possesso anni fa di un terreno in contrada Gancia (11 ettari in un luogo, ricordiamo a chi non lo conoscesse, di grande bellezza paesaggistica e importanza naturalistica) a seguito di esproprio per lottizzazione abusiva di privati decide di lottizzare, secondo le regole stavolta, in proprio.

E il parco tematico di cui si parlava al momento dell’esproprio? Era solo la motivazione nobile di tutta l’operazione, con tanto di forum dei cittadini, proposte e controproposte? Era solo un’illusione?

Noi a questa illusione abbiamo creduto, crediamo ancora.

Ai realisti che ci ammoniscono e parlano di valorizzazione e di investimenti in altri campi ricordiamo che la terra non edificata, il verde, soprattutto quello pubblico, sta diventando bene sempre più raro. Di qui il suo valore, non reintegrabile una volta perduto, di qui l’esigenza di tutelarlo, soprattutto in quella prospettiva turistica da più parti invocata.

Questo per noi è il vero investimento prioritario, quello che tutela la natura, il pubblico, il bello. Sarebbe una beffa che unluogo così suggestivo e così naturalisticamente importante, già sottratto alla speculazione privata, vada nuovamente perduto per i cittadini!

A chi ci chiede progetti concreti rispondiamo che prima va condiviso il sogno, l’idea di sviluppo che esso contiene.

Se si è realizzato altrove, può ben realizzarsi a Riposto!

(Paolo Daniele)

domenica 18 gennaio 2009

Brevissimo, sul sole e sulla pioggia

C'è il sole, e tutto va bene. Lo so che la pioggia eccezionale dei giorni scorsi (in poche ore quella che fa di solito in sei mesi) non poteva non creare qualche problema, ma da noi, dove di problemi, e di buche, e di strade dissestate, e di case da ammodernare, e di edifici pubblici da mettere in sicurezza, ecc..ne abbiamo a bizzeffe, le cose si amplificano sempre più del "fisiologico"! Ad esempio, meno male che la materna di Peri era stata chiusa!. Vi immaginate che tragedia poteva succedere, con questa pioggia e le croniche infiltrazioni d'acqua che aveva quella scuola? E, ancora, quello che poteva succedere all'asilo nido di Riposto? Anche se li, c'entra meno la pioggia, credo. Beh, non voglio nemmeno pensarci!
Solo che, c'è poco da fare, non riusciamo ad andare al di là della fortuna, e della chiusura di edifici, per evitare disastri..
C'è scarsa abitudine a programmare e a pensare a queste cose, in "tempo di pace", come si suol dire. E c'è forse anche una distorta scaletta delle priorità. E tutti gli sforzi si concentrano a tappare buchi e buche, sempre male, e sempre provvisoriamemente, fino alla prossima pioggia, e al prossimo allarme, tra qualche mese, o tra qualche settimana, o, al più, tra qualche anno.
Ora, io sarò anche qualunquista e ignorante sulle tante faccende di cui debbono occuparsi ogni giono consiglieri e assessori, ma mi scappa di pensar così, vedendo come vanno le cose..

mercoledì 12 novembre 2008

Riposto e il mare da: SAPOREDAZZURRO 2008

Riposto e il suo mare: un’alleanza indissolubile che si scorge nella geometria delle sue viuzze, nei tratti della costa “ridisegnati” dall’uomo per riporvi barche e navi, nei volti dei pescatori e nei detti popolari.

Parlare dunque a Riposto di mare, del popoloso, variegato e variopinto mondo sottomarino, delle usanze di genti marinare lontane e vicine, con le immagini e le parole di Folco Quilici, beh, è stata una gran bella pagina ripostese da ricordare!

L’altra sera al Lungomare Edoardo Pantano di Torre Archirafi ho assistito, anch’io tra tanti, alla visione del video sul mare proposto da Folco Quilici e al dibattito che ne è seguito. Mi riferisco a "Una vita per il mare", la serata di domenica 9 novembre dedicata a Folco Quilici nell’ambito della manifestazione “SAPOREDAZZURRO”.

Quilici, la cui fama di regista e documentarista, pioniere delle tecniche di ripresa subacquee, è indiscussa e mondiale, è riuscito a lasciare la platea letteralmente rapita, con lo sguardo e la mente “appesi” al suo “filo” di immagini e storie.

Non ho annotato nulla, non ho "rapporti" da fare o cronache da scrivere, io. Ho solo una bella esperienza che mi è rimasta impressa e che semplicemente mi va di testimoniare qui.

Dei tanti flash che ho in memoria, c’è sicuramente quello della sirenetta bianca, che i pescatori (tutti di colore) di Bahia in Brasile, gettano in mare insieme ai regali che le fanno per ingraziarsela affinché li protegga e assicuri loro una pesca ricca. Poi c’è quello della statuetta di S.Antonio che i pescatori delle Egadi mettevano, almeno fino agli anni 70, nelle reti, con l’intesa che il santo le facesse risalire piene di pesci. Infine, mi piace evidenziare, tra le tante cose dette da Quilici, che ciò che accomuna i popoli di mare delle varie parti del mondo è la profonda conoscenza del “loro” mare, quello in cui pescano e in cui vivono , che è diverso da quello antistante ad altri luoghi distanti anche pochi chilometri, come lo è, ad esempio, quello davanti a Riposto, rispetto a quello di Giardini o di Catania o di Siracusa…E questa conoscenza del mare, così particolareggiata, li porta tutti, che siano ripostesi, o che siano polinesiani, o giapponesi, o africani, ad avere il massimo rispetto per il mare, amandolo e temendolo, e traendone da esso il massimo profitto, senza devastarlo o saccheggiarlo, come purtroppo invece può accadere oggi con l’utilizzo di sistemi di pesca ipertecnologici irrispettosi dei delicati equilibri biologici marini.

Una nota a margine su SAPOREDAZZURRO.
Per quello che ho visto io fino ad ora, si è rivelata una interessante sorpresa, nel complesso ben organizzata, anche se da affinare curando meglio alcune cose non secondarie come ad esempio la scelta degli stand, che dovrebbe garantire, credo, visibilità e promozione a prodotti esclusivamente tipici. In generale comunque questa settimana dedicata al mare mi dà l'impressione di un territorio vivo e che guarda al futuro con tanta voglia di riscatto e successo. Insomma, specie se si riuscirà ad istituzionalizzarla, mi pare che possa avere tutti i crismi per diventare un irrinunciabile appuntamento con Riposto.

domenica 26 ottobre 2008

Giarre-Riposto: una realtà in due (repost)

Questo post, che riporto qui sotto, lo avevo scritto a luglio, poco dopo gli inizi., quando quasi nessuno conosceva ancora il blog. Ora che non ci sentiamo più tanto soli :-), mi è venuto in mente di riproporlo. Chissà se appassiona pure voi l'argomento! Mi piacerebbe sapere come la pensate! Ma non fraintendetemi: non c'è nessun nuovo orizzonte su questo versante..E' solo per avere un idea "aggiornata" su questo argomento che sembra quasi un tabù..
--/--
Giarre e Risposto distano molto meno del trattino che c'è tra loro nel nome di questo blog. Anzi, non distano affatto: sono un'unico agglomerato urbano. Chi vede da lontano, o dall'alto, questo centro, o anche chi viene da fuori zona, di sicuro stenta a credere che si tratti di due comuni distinti e separati. Solo noi che ci abitiamo lo sappiamo bene, e non la consideriamo una cosa strana.
In passato c'è stata tanta rivalità, quel campanilismo tipico delle piccole realtà di provincia. Ma c'è stato anche un periodo in cui sono stati uniti in un unico paese, Giarre-Riposto, esistito dal 1939 al 1945 e rinominato Jonia nel 1942 per volere, e per imperio, del fascismo. I nati in quegli anni indicano nelle loro generalità il nome di un paese che non esiste più, ma che c'è ancora - eccome se c'è! - vivo, molto vivo, ma soltanto diviso in due municipalità.
Personalmente sono tra coloro che non vedono ragioni perchè Giarre e Riposto debbano restare divisi. Per me sono un tutto-unico, sia geograficamente, che culturalmente. Lo so anch'io che tradizionalmente si tende ad identificare Giarre come un paese di terra e Riposto come un paese di mare, e, per conseguenza, i giarresi come persone attaccate alla terra ed a ciò che produce, ed anche tradizionalisti, ed i ripostesi aperti, protesi verso il mare, e i commerci che vi si svolgono, e pure più "aperti" di mentalità. Ma tutto ciò, a mio vedere, appartiene al passato. Non vedo, oggi, grandi differenze tra i due centri, entrambi dediti al commercio, ed alle attività impiegatizie, e, sommati insieme, polo di istruzione secondaria per tutto l'hinterland, con la presenza di scuole superiori di ogni tipo nel territorio dei due comuni. E quanto alla mentalità vi vedo quella conservatrice prevalere, in entrambi i paesi, su quella più "progressista". Insomma, considerato tutto, secondo me Giarre e Riposto uniti costituirebbero una realtà socio-ecomica molto più forte e potrebbero "contare" di più nella provincia di Catania, e nel versante ionico in particolare. Queste, però, sono solo idee mie e, quand'anche fossero condivise da tanti, si scontrerebbero sicuramente con la logica delle spartizioni di "poltrone" e della gestione dei centri di potere, che preferiscono la frammentazione piuttosto che concepire una contrazione consistente che lascerebbe in tanti senza "potere" (sia pur piccolo, e "basso", aggiungo io..). Peraltro si sa che in un accordo c'è sempre chi cede e chi si avvantaggia di più. Mi rendo conto dunque che non sarebbe facile trovare un equo criterio di ripartizione delle perdite e dei guadagni..Non sarebbe facile, certo...Ma nemmeno impossibile. Se ce ne fosse la volontà, una simile unione si potrebbe fare senz'altro.
Ora, dal momento che l'argomento Giarre-Riposto ed un loro possibile accorpamento in un unico comune mi appassiona molto, mi sono divertita ad indagare un pò in giro, per sapere cosa ne pensano gli altri. Così ho chiesto ad un gruppetto di parenti e amici giarresi e ripostesi di varie età e mi sono fatta una piccola, "casereccia" indagine sul tema, da prendere per quella che è, un semplice esempio, senza alcuna pretesa di rappresentatività dell'"universo" dei giarresi e ripostesi.
Sostanzialmente ho rilevato che la maggioranza dei miei interpellati non vede di buon occhio l'ipotesi dell'unione in un unico minicipio. I due anziani, una ultra settantenne e l'altro quasi novantenne, a cui ho chiesto (entrambi residenti a Giarre, ed entrambi, in passato a Ionia, ed uno dei due, nato e vissuto nell'infanzia a Riposto) mi hanno detto che secondo loro ci sono troppi interessi contrapposti, tra i due Comuni, e che, alla fin fine, è meglio che siano e che restino divisi, per evitare eccessive "litigiosità". Del resto, loro si ricordano di Ionia come di una realtà forzata, dove Giarre prevaleva su Riposto, alimentando un diffuso malcontento. Una quarantenne, residente a Riposto dalla nascita, mi ha detto che secondo lei i due paesi sono divisi solo perchè così ci sono più poltrone da dividere e si possono "accontentare" più persone, ma che per lei è indifferente che il comune sia unico, o siano due. Un cinquantenne, nato e vissuto a Riposto, ma residente da tanti anni a Giarre, mi ha detto che secondo lui è giusto che siano due comuni distinti. Perchè, se si unissero, mi ha detto, prevarrebbe Giarre, e questo sarebbe un danno per tutti, giarresi e ripostesi, ma soprattutto per i ripostesi, dato che negli ultimi decenni Giarre ha avuto, a suo avviso, amministrazioni comunali peggiori di quelle di Riposto. Quest'ultimo, inoltre, perderebbe quella notorietà e quella possibilità di riscatto e sviluppo che il porto turistico gli possono dare. Ho chiesto infine anche ad un adolescente di 14 anni. Saranno gli adolescenti di oggi, del resto, la futura popolazione attiva di questi Comuni. Ebbene, l'adolescente, d'istintto, mi ha risposto che preferirebbe che Giarre e Riposto fossero un unico Comune, tanto, per lui, è un "unico posto". Poi però ci ha riflettuto su, e mi ha detto che probabilmente la gestione di un comune più grande sarebbe più difficile e quindi che, dopo tutto, si, è meglio che restino divisi.


Che dire, in conclusione? Mah! Che forse siamo un pò tutti abitudinari e che i cambiamenti spaventano sempre (Cu cancia a vecchia ppa nova, mali ssa ttrova, direbbero i nostri nonni) Inoltre, noi possiamo parlare qui quanto vogliamo, e appassionarci a Giarre-Riposto, ma, di sicuro, almeno per il momento, non si profila affatto (purtroppo, dico io) all'orizzonte nessuna ipotesi di unione. Giarre resterà il paese di terra e Riposto quello di mare. Ed io, che sono giarrese, ma mi sento di mare, continuerò a concepiermi abitante di entrambi i comuni. :-) E non temerò, come pare accadesse ai giarresi dei primi del secolo scorso, di vedermi sottratti i vestiti dai ripostesi, mentre sono in acqua, a mare, a fare il bagno :-).


(Preciso che quest'ultima diceria, diffusa a Giarre tanti decenni fa, me l'ha raccontata il quasi novantenne giarrese, ridendo e credendoci poco egli stesso)