domenica 31 gennaio 2010

Una politica locale della sicurezza e della legalità?

Non c'è che dire. Da noi è diventato un piccolo far west: rapine che per poco non si trasformano in tragedie, gente che muore folgorata mentre sta rubando il rame, macchine rubate e mai più ritrovate, oppure bruciate, oppure misteriosamente ricomparse.
Una situazione non bella insomma che fa di Giarre e Riposto tutt'altro che una piccola isola felice.
In questa situazione, se uno di "loro" muore, forse in qualcuno di "noi" si genera una sottile soddisfazione. Se l'è cercata e forse ha trovato ciò che si meritava.
La tentazione è forte: se si fosse trattato di un operaio morto mentre svolgeva il proprio lavoro, la sensazione sarebbe stata molto diversa e la partecipazione emotiva assai maggiore. Ma è uno morto mentre rubava e della cosa ci interessa poco e niente.
Eppure la morte rende tutti uguali. Prima si era degli onesti padri di famiglia oppure dei ladri. Ora si è tutti morti. Comunque... è un discorso solo teorico. Non voglio fare nessun moralismo poiché non ne ho titolo non essendo migliore di nessuno, tanto meno sotto questo aspetto. Quello che vorrei fare con questa nota è cercare il dibattito e la generazione di idee su una possibile politica della sicurezza e della legalità nelle nostre città, che possa partire, visto che le nostre amministrazioni pubbliche sembrano rimuovere il problema (forse perché non sanno che pesci pigliare) dai cittadini. Tanto per aprire il dibattito vorrei dire che non condivido questa farisaica distinzione che si fa tra "noi" e "loro". Alcuni di noi delinquono. Che fare? Ecco il primo punto. E poi il secondo: personalmente sono abbastanza di destra per quanto riguarda la repressione e molto di sinistra per quanto la prevenzione. Una rigorosa applicazione delle leggi penali senza una seria politica di reinclusione sociale di determinati ceti, aumenta solo la popolazione carceraria ma non fa diminuire i delitti. Questo doppio binario può essere seguito anche a livello locale? Un commissariato di p.s. a Giarre aiuterebbe? Uno sviluppo dell'economia locale tale da ridurre la disoccupazione e la povertà, distoglierebbe qualcuno dal rubare, per esempio, macchine e cavi di rame? Che ruolo potrebbero giocare il volontariato e le associazioni in quest'ottica?
E ancora: possiamo essere così ipocriti da pensare che da noi non esista la criminalità c.d. dei colletti bianchi? E sappiamo che esistono anche i comportamenti penalmente rilevanti della gente comune: per esempio gli abusi edilizi e le discariche abusive di rifiuti o di materiale di risulta, che andrebbero repressi con rigore come gli altri, soprattutto attraverso l'eliminazione a cura e spese del contravventore, ma anche prevenuti con la diffusione di informazioni, esempi e modelli positivi, per far capire che la legalità oltre che doverosa, è anche conveniente.
Una maggiore cultura della legalità, attraverso l'abbandono di comportamenti non delinquenziali, comunque illegali (penso al codice della strada, per esempio), potrebbe nel lungo periodo contribuire a migliorare la situazione?
E basta. Spero che qualcuno abbia voglia di parlarne...

sabato 23 gennaio 2010

Un senso alle cose: perchè difendiamo l'Ospedale di Giarre

Premessa
Secondo il piano di tagli alle spese sanitarie deciso dalla Regione Siciliana gli Ospedali di Giarre e quello di Acireale devono fare parte di un unico polo ospedaliero, con alcune specialità nell'uno,ed altre nell'altro. Fin qui, teoricamente, il discorso sembra anche accettabile, ma, di fatto, le cose non stanno così perchè prima è stato sottratto al nostro Ospedale tanto di tutto (cioè reparti, personale..in modo da preparare il terreno e dire che è un ospedale inutile che non funziona, e già questo è gravissimo!!) e ora è in atto una ulteriore manovra di svuotamento di reparti di importanza strategica, come ad esempio la cardiologia o la ginecologia-ostetricia e la pediatria, che inizialmente era stato assicurato che sarebbero rimasti a Giarre. Il mantenimento di tali reparti avrebbe potuto garantire il funzionamento di una struttura che voglia dirsi Ospedale e non semplice ambulatorio, o Guardia Medica, e simili.. La recente decisione di privarlo di questi reparti e di assicurare solo un Pronto Soccorso e poco altro, di fatto costringerà noi del Distretto di Giarre (che comprende paesi come Castiglione..Linguaglossa..S.Alfio..) a gravare tutti sull'Ospedale di Acireale, o sul "Cannizzaro" di Catania, peggiorando la già intasata situazione di questi Ospedali, con danno di tutti, acesi e catanesi compresi, ovviamente..!! Inoltre la scelta della Regione Sicilia privilegia, in modo chiaro e lampante, il presidio di Acireale, che pure è a ridosso dell'Ospedale Cannizzaro di Catania, e non quello di Giarre, che è più distante, e che serve una popolazione che, da sola è di oltre 100 mila abitanti, e che nel periodo estivo si quadruplica! Logiche e strategie politiche che poco hanno a che vedere con una lettura attenta delle esigenze locali!!
Fatta questa premessa, si comprende bene il perchè delle iniziative in difesa dell'Ospedale di Giarre che in questi giorni si stanno moltiplicando e che sono di vario genere, non ultime quelle della mobilitazione in rete, su facebook in particolare.
Ora io qui non voglio fare nessun resoconto puntuale delle varie attività promosse, quanto piuttosto, 1) fare qualche confronto con la manifestazione dello scorso anno; 2) esprimere il mio modo di vedere tutta la faccenda e di dare senso alla cosa.
1) Il 5 dicembre 2008, alla 1^ manifestazione in difesa dell'Ospedale io c'ero e l'impressione che ne ricavai, sintetizzata in una parola fu: "mah!"..(vi rimando al post) Mi rimase impressa una profonda perplessità, allora, per due motivi principali: l'eccesso di indifferenza manifestato dalla popolazione (pochi i partecipanti) di fronte al rischio di perdere un bene così grande come è l'Ospedale e l'unione solo apparente, di vetrina, tra i politici di colore diverso in difesa del bene comune Ospedale. Ecco, dopo oltre un anno da quella mattina, dopo che sono cadute anche le residue illusioni di trovare alla Regione interlocutori che privilegino il nostro diritto alla salute piuttosto che le logiche economico-politiche, la compattezza, ho la sensazione, è meno di facciata! La disperazione unisce! Si respira un'aria di maggiore coesione tra i politici, e tra questi e i cittadini, rispetto ad allora! Porterà frutti alla causa? Lo vedremo, per adesso, mi limito a registrare questa sensazione, non usuale, dato il contesto sociale frammentato e grettamente tornacontista in cui vivo.
2) Accanto alle iniziative in difesa dell'Ospedale si notano persistenti diffidenze da parte di cittadini, ma anche di professionisti medici, di fronte alla opportunità di lottare per mantenere un presidio ospedaliero poco qualificato come quello di Giarre. Come dire, meglio chiuderlo del tutto, e rivolgersi direttamente agli ospedali di Catania, o di Taormina. Non sono del tutto infondate, tali perplessità, perchè per determinate situazioni di emergenza è fondamentale ricevere cure e assistenza altamente specializzate. Ma secondo me la questione è un'altra. Perchè si è deciso di concentrare i presidi specialistici a Catania e nell'immediato hinterland? Perchè non si è pensato di spalmare anche in provincia i presidi di qualità potenziando quelli esistenti secondo una logica attenta alla geografia del territorio ed ai problemi delle fascie più deboli? Perchè non si è deciso di valorizzare strutture come l'Ospedale di Giarre, sufficientemente distanti da Catania e dotati di strumentazione ottima, rimasta inutilizzata? Si sarebbero evitati sprechi e intasamenti, e si sarebbe consentito alla popolazione della provincia di avere meno disagi (ricordiamoci l'infelice condizione della viabilità dalle nostre parti e l'ampiezza del territorio del Distretto di Giarre). Queste sono le ragioni che mi fanno propendere per l'opportunità di lottare per un Ospedale come quello di Giarre. Ma c'è un'altra motivazione che mi porta a sposare questa causa ed è meno legata al raggiungimento dell'obiettivo concreto "Ospedale": quella di dimostrare di essere una colletività il cui senso civico non è morto! Che per motivi come questo - della difesa del proprio diritto alla salute, di contro ai privilegi ed al prevalere della logica del più forte - vale la pena esporsi e spendersi, e dimostrare dignità! Altrimenti che pospettive di futuro abbiamo? E poi, se proprio siamo numeri da addizionare al momento delle elezioni, per i politici, trasformiamola in una opportunità, questa operazione! Facciamo sentire il nostro peso di cittadini, e non di sudditi!
Non conta solo l'ottenimento del risulatato (avere un vero Ospedale funzionante a Giarre), ma anche capire che è stata la logica della delega ai "protettori" politici di turno ad averci portato a tutto ciò e che pertanto anche solo per questo vale la pena battersi per costruire e mantenere una coscienza civica!
Ecco, così vedo l'intera faccenda io, così dò un senso alle cosa!

mercoledì 20 gennaio 2010

Le mail per l'ospedale di Giarre

Tra le iniziative a sostegno del diritto alla salute nei comuni del hinterland giarrese, questa mail che a partire da oggi è stata inviata all'Assessore alla Sanità.



OGGETTO: PROBLEMATICHE OSPEDALE DI GIARRE (CT)


Egregio Assessore Regionale alla Sanità Dr. Massimo Russo,
Le scrivo perché da residente del Distretto socio-sanitario di Giarre ritengo che l’ospedale “S.Giovanni di Dio e S.Isidoro” sia stato negli ultimi anni ingiustamente depauperato, pur servendo una popolazione che in estate supera i 120mila abitanti su un territorio che si estende dal mare sino all'Etna . Solo per fare qualche esempio, sappiamo che dei 92 posti letto assegnati solo 48 funzionano, il reparto di Geriatria, da sempre previsto a Giarre, non è mai stato attivato, il punto nascite, l’Ostetricia e la Ginecologia sono stati chiusi, anche se l’ Ospedale del nostro Distretto non era il solo ad avere meno di 400 parti l’anno. Forse, non volendo nessuno assumersi la responsabilità politica di chiudere in una sola volta questo presidio, lo si sta depotenziando giorno dopo giorno, per non creare allarme.
Ma da cittad ino mi oppongo a questo stato di cose e rivendico il diritto alla salute mio e soprattutto delle persone più fragili del territorio in cui vivo e che con maggiore difficoltà possono curarsi altrove: i poveri, gli anziani, gli ammalati, i bambini.
Chiedo una svolta e che vengano allocati nell’ospedale del Distretto di Giarre sin da subito il reparto di Cardiologia e l'UTIC per avviare una nuova riqualificazione del presidio che veda implementare a seguire le specialità in grado di garantire le fasce più deboli della popolazione: anziani, mamme e bambini.
Qualora Lei e il Governo regionale non accoglierete le legittime richieste della popolazione di questo territorio saranno avviate iniziative di sensibilizzazione e di protesta improntate a ferma determinazione.
Distinti saluti
Nome Cognome




Cittadini e non numeri da addizionare

In questi giorni si parla molto di ospedale. Stranamente è venuta a crearsi un minimo di mobilitazione su questo tema. Uso il termine "minimo" in un'accezione non riduttiva. Diciamo pure un "inizio" invece che un minimo. E "stranamente" perché non considero le mie due città (Giarre e Riposto, che in fondo sono una sola realtà) capaci di grandi ribellioni o di proteste veramente dure. In questo momento non ho ancora steso il mio lenzuolo bianco, né so se avrò la possibilità di partecipare alla manifestazione che si terrà giorno 21 nell'aula consiliare di Giarre. Mi viene comunque da fare alcune riflessioni. Intanto questo "minimo" non servirà a nulla e si ridurrà a niente se all'aspirazione ad una sanità funzionante non accompagneremo altre due battaglie minimaliste, come quella per la legalità e per il lavoro. Sanità, legalità e lavoro: il minimo da pretendere e da ottenere. E non sarebbe chiedere troppo anche due macchine politico-amministrative funzionanti e autorevoli, capaci di tutelare gli interessi del territorio e di rendere ai cittadini servizi di qualità, non per favore ma per diritto. Ma non si fa tutto in un giorno. Anzi ora dobbiamo stare attenti a non far morire tutto questo e anzi a farlo crescere. Il senso della cittadinanza fa sì che un uomo consideri casa propria un luogo che va ben oltre quattro mura. Questa almeno è la mia idea. Ma per far crescere il senso della cittadinanza occorre smettere di concepire le persone come numeri, promuovere lo sviluppo del senso critico, della conoscenza. E' più difficile avere a che fare con delle teste pensanti e autonome. E una delle ragioni per cui non si discute in modo costruttivo è che è più facile litigare e dividersi in fazioni. E' un orizzonte molto lontano: le persone, anche quelle più umili, sono persone e non numeri da addizionare al momento delle elezioni. Occorre uno sforzo di tutti: di quelli che sono più avanti per tornare indietro e recuperare le svariate e ricchissime risorse potenziali di quelli che sono indietro. Di quelli che sono indietro per superare l'autocommiserazione, il fatalismo e l'abitudine al rilascio deleghe in bianco.

martedì 19 gennaio 2010

I cittadini in difesa dell'Ospedale di Giarre

Dalla Sicilia di oggi, copio l'articolo di Gabriella Leonardi.

Ospedale: giovedì 21assemblea pubblica.
C’erano i rappresentanti della rete delle associazioni giarresi, dei sindacati, dalle parrocchie, consiglieri comunali, ma anche tanti comuni cittadini, ieri sera nella sede dell’associazione l’Agorà di Giarre per decidere quali azioni, anche eclatanti, intraprendere in difesa del presidio ospedaliero S.Giovanni di Dio e S.Isidoro. La riunione si è svolta ieri sera in vista dell’incontro che venerdì mattina i sindaci del distretto sanitario avranno a Palermo con l’assessore regionale alla sanità Massimo Russo proprio in merito all’ospedale. L’incontro di ieri sera è stato ordinato ma molto dibattuto. I partecipanti sono convenuti sul fatto che l’Utic e la cardiologia sono solo una parte di una proposta più ampia riguardante l’ospedale. E’ stato deciso di indire giorno 21, nella sala consiliare, un’assemblea pubblica volta a sensibilizzare la cittadinanza. Uno striscione sarà esposto dinanzi al Municipio. Da subito si avvierà un’opera di sensibilizzazione affinchè quanti più cittadini inviino dalla propria casella di posta personale una mail all’indirizzo di posta elettronica dell’assessore regionale alla sanità.
M.G.L.